Il titolare e il gestore della cooperativa Edeco, ex Ecofficina, Simone Borile e Gaetano Battocchio, oltre ad una funzionaria nella prefettura di Padova, Tiziana Quintario, dovranno rispondere di falso, turbativa d’asta e tentata truffa aggravata.
Il tutto per un certificato falso, risalente al 2014, in cui si attestava che la cooperativa poteva vantare i due anni di esperienza nel settore dell’accoglienza dei migranti richiesti per partecipare al bando Sprar per il comune di Due Carrare.
ECOFFICINA, LA COOP VICINA AL PD CHE VINCE TUTTI GLI APPALTI PROFUGHI – VIDEO
La procura di Padova ha chiesto per i tre il rinvio a giudizio. Il gup si pronuncerà nel febbraio prossimo. La cooperativa Edeco gestisce centri di accoglienza per richiedenti asilo anche in Polesine.
Una delle clausole poste dal Comune è che la cooperativa che gestirà l’accoglienza abbia almeno due anni di esperienza. Ma Ecofficina quei due anni non li ha. E’ per questo che i vertici della coop manomettono le date con la collaborazione della funzionaria della Prefettura che spedisce al sindaco di Due Carrare un documento in cui dice che la cooperativa è in regola con le certificazioni. Ma quella carta è falsa. Tanto che durante le perquisizioni fatte dai carabinieri a palazzo Santo Stefano il 5 aprile 2016 nel pc di Quintario vengono trovati due documenti identici, uno con la data corretta del 14 maggio 2014, data in cui realmente Ecofficina accoglie i primi ‘clienti’, con quella falsa del 6 gennaio 2014, costruita ad hoc per accedere al bando di Due Carrare.
Quisquilie. La vera truffa non è questa, ma quella legale che vede i contribuenti pagare miliardi di euro di tasse per mantenere fancazzisti africani in hotel e case perché c’è la guerra in Siria.