Disabile trascinata in questa roulotte e violentata da Marocchini

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È entrata nel bar e ha chiesto di andare in bagno. Aveva lo sguardo fisso, i movimenti lenti di chi non si è ancora ripreso da uno choc. «Mi hanno violentata», ha detto al barista, parlando come se quello che stava raccontando riguardasse un’altra persona. Erano le sette di sera di martedì.

I pochi avventori che si trovavano al Broadway Cafè di Brondolo si stavano preparando a rientrare a casa per la cena, quando hanno sentito quelle parole e, subito, l’attenzione di tutti si è rivolta verso la donna, una 46enne di Sottomarina, con problemi psichiatrici, che alcuni già conoscevano di vista.

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Il barista le ha preparato un caffè e ha chiamato l’ambulanza. Il personale del 118 è arrivato immediatamente sul posto e l’ha visitata, chiamando, a sua volta, i carabinieri.

Sono stati «due marocchini» a portarla in una roulotte e a violentarla. Li aveva incontrati in un bar di Sottomarina. Uno solo di loro, a suon di schiaffi e pugni, l’avrebbe costretta a subire la violenza, impossessandosi, poi, anche del denaro e del cellulare contenuti nella borsetta.

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Ecco cosa sono venuti a fare. Non siamo in grado di difendere i più deboli della nostra società. Perché a questo servirebbero i muri: a difendere chi non può difendersi da solo. O chi non ha la scorta come quei fottuti politici che hanno tradito il loro popolo. E che devono, fortemente devono, pagare, per questo.