Rom e Profughi assediano fedeli in chiesa, esigono “soldi di carta”

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UnChiesa di San Giuseppe, festa dell’Immacolata, messa delle 11,15. L’ingresso principale è presidiato da una zingara incinta e di fronte un extracomunitario seduto per terra, con il berrettino tra le mani. Ma anche all’interno della chiesa ci sono altri mendicanti, e alcuni di loro sono appostati sulle uscite laterali. Quando spuntano i primi i fedeli li assediano.

«Nessuno si lamenta per una richiesta di aiuto – dice il parroco Don Massimiliano – chiedere è sacrosanto (??). E noi siamo i primi a venire incontro ai bisognosi e alle povertà. Ma c’è un limite che non deve essere oltrepassato. L’insistenza, le mani addosso, seguire le persone, gettare gli spiccioli per terra in maniera sprezzante, l’arroganza: tutto questo trasformano la questua in qualcos’altro». E’ un racket, ben svegliato.

«San Giuseppe è una parrocchia generosa – prosegue Don Massimiliano – frequentata da molte signore anziane che quasi sempre donano una moneta (e così perpetuano la presenza dei molesti). Non a caso è così gettonata dai mendicanti (ah, l’hai capito). Ma proprio le persone anziane si sentono spesso a disagio da questo pressing, a volte hanno anche paura. E si sono lamentate con me. Io stesso talvolta mi sono sentito in imbarazzo. È capitato che qualche rom si sia introdotto in sacrestia, o durante la funzione, e abbia alzato le voci. L’unico modo per tranquillizzarlo è dargli ciò che chiede».

Vedete, le chiese, da luoghi di culto, sono diventate un problema. Generano degrado, perché attirano parassiti che sfruttano il buonismo di chi le frequenta e gestisce.

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I vigili urbani ormai conoscono piuttosto bene il campionario umano che gravita attorno ai campanili. Diversi parroci si sono lamentati, hanno chiesto un presidio delle forze dell’ordine, e le situazioni più pesanti si verificano a Mater Ecclesiae, San Paolo, Santa Maria e San Pietro. E non appena compare la vettura della polizia locale, o gli agenti in moto, i rom o i migranti si dileguano. «È un servizio proprio del vigile di prossimità – spiega il comandante Gianni Serra – e viene svolto dagli agenti con grande discrezione e sensibilità. La presenza delle divise è già di per sé sufficiente a prevenire situazioni spiacevoli. Interveniamo con decisione solo nei casi di accattonaggio molesto vero e proprio. E a San Giuseppe fino ad ora c’è solo un cittadino Rom, tra l’altro con bimbo al seguito, che spesso è invadente, insistente e crea problemi. In questo caso, cioè lo sfruttamento di un minore, costituisce un vero e proprio reato che può essere sanzionato anche con tre anni di reclusione. Per l’accattonaggio molesto, invece, vige il divieto dell’ordinanza sindacale. Chi non rispetta le prescrizioni, come è avvenuto in cinque casi in città, viene segnalato all’autorità giudiziaria».

Il problema è che le chiese sono tante, l’arte di sopravvivere aguzza l’ingegno, e anche il passaparola corre velocissimo. Così non appena si materializza un’auto della municipale a San Giuseppe, i mendicanti cambiano subito location.

Ore 12,15, chiesa di San Pietro. Otto mendicanti si apprestano ad accogliere l’uscita dei fedeli. Ed è una vera e propria guerra tra parassiti: «Andatevene via – dice una rom ai migranti – voi avete già gli aiuti». E loro rispondono con uno sguardo carico di odio. Poi tutti allungano la mano, e fanno il pieno di soldi dai soliti cuckold.

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Alle 12,20 riecco i vigili urbani e la smobilitazione è immediata. I rom svaniscono come certi illusionisti, i migranti passeggiano con indifferenza nel cortile. Appuntamento alla messa successiva.

I vampiri ci sono perché c’è chi dà loro volontariamente il collo.