Sindaco aiuta italiani, minacciato da immigrati: “Se non cambi, gravi conseguenze“

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Gabriele Tasso è il giovane sindaco di San Pietro Mussolino, un piccolo comune in provincia di Vicenza che per anni è stato in testa alle classifiche italiane per immigrati residenti. Nel 2016 rappresentavano il 17,6% degli abitanti.

Per essersi opposto alla sostituzione etnica e adottato politiche incentrate sulla difesa degli italiani, ha subito minacce e intimidazioni:

Minacce di morte al sindaco: “Lei pensa solo al popolo italiano, la colpiremo”

Lei pensa solo al popolo italiano. E per questo ha un atteggiamento razzista. Se non cambierà comportamento nei confronti degli altri popoli, ci saranno gravi conseguenze per la sua persona“. Era questo il testo di una lettera anonima lasciata sulla porta del Municipio e indirizzata al sindaco meno di due anni fa, lo potete leggere nell’articolo sopra.

Da allora il sindaco ha subito altre minacce dai suoi ‘nuovi concittadini’.

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E’ stato intervistato dal PN

Sindaco, l’hanno accusata di pensare soltanto ai cittadini italiani e per questo hanno colto l’occasione per minacciarla fisicamente. Si sa chi è stato? Ha paura di queste persone?

Dalle indagini delle forze dell’ordine è emerso che erano due 17enni, un marocchino e un congolese. Probabilmente sono stati sollecitati dai genitori a scrivere questa lettera. Il tutto è avvenuto dopo che ho adottato alcuni provvedimenti e compiuto interventi contro lo spaccio di sostanze stupefacenti e per combattere l’insicurezza generale nel mio comune. In seguito a multe e denunce di fatto mi sono creato qualche nemico. Ma sono orgoglioso e non ho certo paura.

Lei si oppone fermamente alla concessione di cittadinanze cosiddette facili, cosa ne pensa dello ius soli?

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A me piace usare una provocazione: lo ius soli c’è già. Perché l’attuale metodo di concessione della cittadinanza è assurdo. Di fatto viene concessa a chiunque senza neppure interpellare le amministrazioni comunali che conoscono meglio degli altri enti statali le persone a cui viene garantito questo privilegio. Ci sono immigrati che non conoscono l’italiano, che si chiudono nelle loro comunità senza volersi integrare e che nonostante questo riescono ad ottenere facilmente la cittadinanza. A San Pietro Mussolino e nei comuni limitrofi c’è una forte presenza di indiani e bengalesi, non sono noti alle cronache per commettere spesso reati gravi ma utilizzano di fatto l’Italia come un ufficio dove ottenere agevolmente permessi di soggiorno. Anche questa è una situazione inaccettabile.

Come può allora un sindaco di un piccolo comune opporsi efficacemente a tutto questo?

Innanzi tutto può denunciare i gravi comportamenti di alcuni personaggi. Ad esempio lo scorso settembre anche grazie a un mio intervento pubblico, un indiano arrestato per rapina non ha ricevuto la cittadinanza che avrebbe dovuto ottenere da lì a sei mesi. Ho scritto al prefetto per renderlo a conoscenza della situazione e fortunatamente sono stato ascoltato.

Ma è ridicolo che sia un prefetto e non un sindaco eletto dal popolo ad avere voce in capitolo. Anzi, è ridicolo che si trasformi qualcuno in Italiano solo perché vive tra noi.