Meriem Rehaily, la 22enne immigrata di seconda generazione, marocchina, partita da Arzegrande (Padova) nel luglio del 2015 per andare a combattere in Siria nelle file dell’Isis, è stata condannata oggi in contumacia dal Tribunale di Venezia a 4 anni di reclusione, all’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici e all’espulsione a fine pena. Alla lettura della sentenza non erano presenti i genitori della giovane migrante in odore di Ius Soli.
Durante l’intero processo non è stato possibile appurare con certezza se Meriem, come sosterrebbe una testimone, sia effettivamente morta lapidata per adulterio a Raqqa. Il pm Francesca Crupi aveva chiesto per la ragazza una condanna a 5 anni.