Salvini: “Sono italiani anche gli immigrati regolari”

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“Per me gli italiani non sono solo quelli che hanno la pelle bianca, ma anche gli immigrati regolari e per bene che portano un contributo alla nostra società”. Lo ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, durante il comizio contro lo ius soli a Roma. “La cittadinanza – ha sottolineato – arriva alla fine di un percorso, deve essere una possibilità da chiedere eventualmente a 18 anni, non è un regalo elettorale”.

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Dire no allo ius soli di fatto dando ragione culturalmente a chi lo vuole, non è un’uscita degna di chi vuole guidare i populisti al governo. E dare la cittadinanza ad un marocchino di 18 anni invece che dopo un ciclo di studi come vorrebbe il PD, è solo una sfumatura: rimanda soltanto la sostituzione etnica.

E qui torna il problema della Lega che vede l’immigrazione solo come un problema securitario e non identitario: ridurre la cittadinanza ad una questione di ‘contributi’ è svilirla. Non diventi italiano perché porti un sacchetto con i soldi, ma perché sei figlio di italiani.

Non è un buon inizio di campagna elettorale. Detto che la Lega tra i movimenti che hanno possibilità di governare è quello che più ha la capac

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Essere Italiani non è qualcosa al quale si arriva dopo un percorso, è una questione di sangue: non si acquisisce qualcosa di ontologico con il merito. E’, e basta. Se si inizia a dire che “è italiano chi è bravo”, si è già persa la guerra culturale contro i globalisti e si cede all’ideologia folle del meticciato.

E’, oltretutto, anche una visione razzista, perché si insinua, di fatto, che essere italiano è superiore ad essere giapponese o islandese, invece è solo ‘differente’.

Quando Salvini dice che “essere italiani non significa avere la pelle bianca”, esprime un concetto che apre alla sostituzione etnica, anche se sappiamo che questa non è la sua intenzione. Perché, in teoria significa che se arrivano milioni di bravi africani l’italiano del futuro è nero. E questo è intollerabile. Ci stanno sostituendo, e colui che dovrebbe rappresentare la guida della resistenza a questa sostituzione che è chiaramente razziale, se ne esce con “anche gli immigrati regolari sono italiani”: no, non è così e non può essere così.