Troppi immigrati in classe, ‘francesi’ somari d’Europa

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Per l’Ocse, gli immigrati in Italia pongono un rischio all’equilibrio sociale: il loro livello di istruzione è bassissimo, tra i più bassi dell’area (importiamo feccia) e ciò costituisce “un potenziale rischio per il futuro”.

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Stiamo creando un sottoproletariato urbano in stile banlieus parigine. I figli di questi immigrati, dice l’Ocse, non troveranno lavoro e creeranno problemi.

“I tassi di frequenza prescolare – si legge nel report – sono 10 punti percentuali inferiori tra i bambini che vivono in una famiglia di immigrati rispetto ai bambini che vivono in una famiglia autoctona ed è un divario maggiore che nel resto dei paesi Ocse. La maggior parte dei figli di immigrati in Italia ha genitori con un basso livello di istruzione e questo ha un impatto negativo nel rendimento scolastico”.

Gli studenti immigrati hanno risultati meno soddisfacenti, sia rispetto agli standard internazionali sia nei confronti dei nativi. “A 15 anni – si legge ancora – i figli di immigrati in Italia hanno un anno scolastico di ritardo rispetto ai figli dei nativi in termini di competenze reali e la situazione non è migliorata negli ultimi dieci anni”.

Il tasso dei giovani tra i 15 e i 34 anni che non vanno né a scuola nè al lavoro, arriva al 38% tra i giovani immigrati. Che li teniamo in Italia a fare?

Sono inutili all’economia, che degradano verso il basso. E degradano anche il mercato delle abitazioni.

Negli ultimi anni, a causa della presenza sempre più massiccia di immigrati (prevalentemente afroislamici) il rendimento degli studenti nelle prove scolastiche è precipitato.
Ormai la maggior parte degli scolari “francesi” ha gravi problemi di comprensione dei testi: https://www.thelocal.fr/20171205/french-school-children-ranked-worst-at-reading-in-europe

Come abbiamo già scritto varie volte, uno degli effetti più tragici dello Ius Soli è il crollo del Q.I. medio della popolazione.

E la situazione è peggiorata negli ultimi anni. Ha influito anche il background del (penultimo) ministro dell’educazione tra il 2014 e il maggio 2017, sotto la presidenza Hollande, il ministero è stato assegnato a Najat Vallaud-Belkacem (https://en.wikipedia.org/wiki/Najat_Vallaud-Belkacem).

Dal punto di vista dei titoli di studio è meglio della “nostra” Fedeli (almeno è laureata) ma comunque è una musulmana di origine marocchina, che mescola rivendicazioni “progressiste” tipiche dei socialisti (sostegno ai matrimonio gay, ecologismo et cetera) e posizioni immigrazioniste e, ovviamente filo-islamiche.

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Così i programmi scolastici sono stati riempiti di propaganda politically correct… e si sono perse di vista gli obiettivi fondamentali della scuola elementare:
insegnare a leggere (correttamente), a scrivere e a far di conto… come dicevano le nostre nonne.

In Italia non sono ancora abbastanza, ma ci stiamo ‘attrezzando’.

Non solo. Crolla il livello di istruzione anche in Germania. E’ anche lì uno degli effetti dell’immigrazione di massa. Un report diffuso segnala una correlazione diretta tra l’elevato numero di alunni stranieri nelle classi tedesche e il livello di apprendimento. Numero che va crescendo di anno in anno. Dal 2011 sono, infatti, aumentati del 34%.

Nelle grandi città della Germania, i bambini tedeschi sono quasi minoranza. E soffrono la presenza dei nuovi arrivati. Come sta succedendo in Italia questo ha infatti un impatto sulla capacità di apprendimento.

Secondo lo studio condotto dal Kultusministerkonferenz, la federazione dei ministeri dell’Istruzione (Kmk), in Nord Renania Westfalia e in Renania Palatinato il 24% degli studenti è insufficiente in ortografia. Nel Baden-Württemberg la percentuale scende a 22, mentre in Assia a 19. Non solo. La metà degli studenti fa fatica persino a leggere un brano semplice. E con la matematica la situazione non migliora di ccerto. Nel Baden-Württemberg e nella Bassa Sassonia, per esempio, più del 15% degli studenti è molto al di sotto della sufficienza. Secondo il report “i genitori dei bambini emigrati spesso parlano solo la loro lingua e gli scolari di madre lingua tedesca rimasti, appartengono a famiglie disagiate, con genitori non in grado di aiutarli”. Sono quelli abbandonati dietro le linee nemiche.

Non è un problema solo tedesco. Più immigrati ci sono in classe, più il rendimento della classe diminuisce. Questo grafico non lascia spazio a dubbi: in una scala che va da 0 a 100 in Grecia, per esempio, diminuisce di 80 punti, di 70 punti in Belgio e di 60 punti in Olanda. E in Italia il rendimento della classe nel suo complesso, cala di ben 50 punti. Esattamente come in Germania.

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Secondo qualcuno, basterebbe la presenza a scuola a rendere ‘italiano’ il figlio di un immigrato. Si, nel mondo dove 2+2 fa 5. Il mondo dello ius soli.