Boschi scarica il babbo: “Se ha commesso reati pagherà, ma vicenda non riguarda Pd”

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Triste scaricabarile nel PD. Va bene che i peccati dei padri non ricadono sui figli, o sulle figlie, ma questo scaricarlo per interesse politico è peggio di un eventuale reato. E spiega meglio di ogni altra cosa il concetto di famiglia nel PD: finché conviene.

Dopo una giornata di polemiche e sospetti, sul babbo di nuovo indagato e sul procuratore di Arezzo che è stato accusato di non averlo detto alla Commissione parlamentare d’inchiesta sullo scandalo delle banche, Maria Elena Boschi esce infatti allo scoperto e prende le distanze.

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“La verità è semplice – scrive su Facebook -, se mio padre ha commesso reati ne risponderà come privato cittadino. Con tutti i doveri e tutte le garanzie previste dalla legge. Al momento non è neanche rinviato a giudizio. Ma comunque è una sua vicenda personale, certo non del Pd”.

“La legge – prosegue Boschi – è uguale per tutti. Dal punto di vista politico il nostro comportamento è stato ineccepibile. Nessuno può negare questi due fatti: noi abbiamo commissariato e noi abbiamo lottato contro il sistema sbagliato delle vecchie banche popolari. Si utilizza la vicenda Banca Etruria per mettere in secondo piano le vere vicende, complicate, del sistema bancario italiano. Onestà intellettuale vorrebbe che si riconoscesse che questo atteggiamento è sbagliato e segue l’obiettivo della polemica politica, non della tutela dei risparmiatori. Chi ha sbagliato ad Arezzo ha pagato e pagherà”.

“Spero che accada anche altrove. Ma se vogliamo difendere i cittadini che hanno perso i risparmi da Ferrara a Vicenza, nelle Marche come in Toscana, dobbiamo verificare le vere responsabilità. Noi siamo interessati agli atti, non alle strumentalizzazioni. Qualcuno usa questa vicenda da due anni per attaccare me e il Pd. Io penso che sarebbe più giusto fare chiarezza sugli errori fatti da tanti per non sbagliare più”.