La bandiera nazista non era nazista, hanno impiegato giorni ad ammettere che la notizia che avevano pubblicato era una fake news, e ora sfoggiano tutta la loro tronfia arroganza in spiegazioni storiche. Particolare menzione va al ministro Pinotti, che come capo della Difesa dovrebbe almeno controllare, prima di dare sfogo alla sua ignoranza storica su Twitter. Ma quello che ha accaduto spiega come la muta dei media di distrazione di massa agisce: quando decidono che il blu è rosso, il blu diventa rosso. La bandiera è del 1800? Non importa, è nazista lo stesso.
E si sa, una menzogna ripetuta centinaia di volte da centinaia di siti internet diventa la verità. Chiamatelo nazismo immaginario di una bandiera immaginaria.
E chi l’ha appesa va punito, non quel delinquente che ha violato la privacy di una stanza privata riprendendone gli interni.
“E’ stata una leggerezza, non sapevo che fosse un simbolo dei neonazisti”: così, secondo quanto riportato da alcuni quotidiani il carabiniere del 6/o battaglione nella cui camera è stata affissa la bandiera di guerra della marina tedesca precedente al Nazismo, è costretto a spiegarsi il militare, 23 anni, originario di Roma.
Il ragazzo afferma anche di non essere un neonazista e di essere un appassionato di storia, soprattutto del periodo durante il quale quel vessillo, acquistato su internet, fu usato. “Mi sono iscritto alla facoltà di storia dell’Università La Sapienza di Roma e voglio laurearmi”. “Chiedo scusa – avrebbe anche detto – se ho violato i regolamenti”. Quali?
Quello che è grave, in questa faccenda, è che qualcuno si permetta di riprendere l’interno di un luogo privato e intimo – la stanza di un militare lo è – e poi diffondere le immagini. Questo è illegale oltre ad essere moralmente riprovevole.