La favelas di Cuneo: Africani lasciano quintali di spazzatura – VIDEO

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L’accampamento del Foro boario che Quinta Colonna ha visitato nei giorni scorsi ora non c’è più. Sotto il viale di via Don Soleri rimane però una distesa di cumuli di rifiuti. Sono i resti delle baracche auto-costruite da 4-500 clandestini, che da giugno si sono ritrovati a Saluzzo per cercare ‘lavoro’ nella raccolta della frutta. Caritas e Comune, che avevano allestito «servizi minimi», cioè container con bagni, docce e cucine, tettoie e tendoni, hanno smontato le installazioni. La ditta dello smaltimento nei prossimi giorni raccoglierà le «montagne» di immondizia e ripulirà l’intera area. A spese dei contribuenti. In pratica per arricchire qualche sfruttatore è la collettività a subirne le conseguenze.

Intanto, nei paesi civili:

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Qualcuno ci spieghi cosa ce ne facciamo di individui che trovano, forse, lavoro per qualche giorno all’anno. Bisognerebbe chiedere a quel genio incompreso di Boeri. Anche perché, in realtà, non sono qui a lavorare:

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Questa gente non serve. A parte agli spacciatori e agli sfruttatori che non vogliono investire in tecnologia. Se servisse prenderebbero stipendi normali e vivrebbero in case normali. Invece li utilizzano sia per abbattere il costo del lavoro italiano sia per non investire in tecnologia: questo avrà gravi implicazioni a medio lungo termine sulla produttività.

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