Profughi vanno dai Carabinieri: “Siamo stufi di cotolette e bastoncini di pesce”

Vox
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Cibo scarso e di bassa qualità, vestiti che non li soddisfanno e, a loro dire, medicinali che devono comprarsi da soli. E poi personale inadeguato, non poliglotta.

Questa la protesta dagli oltre 40 africani in fuga dalla guerra in Siria ospitati in una delle strutture di accoglienza presenti a Roccasecca, Frosinone, e raccolte in un report preparato dallo studio legale Franchitto di Cassino che ha raccolto le loro istanze. Avete letto bene: si sono rivolti ad uno studio legale per i loro cahiers de doléances.

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Ora lanciano un ultimatum a istituzioni e forze dell’ordine. Ieri lo hanno consegnato alla stazione dei carabinieri di Roccasecca e poi si sono spostati a Cassino, al parco Baden Powell, dove hanno avuto un confronto con il loro avvocato, tal Pierluigi Franchitto.

Nel report – già consegnato al Comune di Roccasecca e alla Prefettura – i migranti hanno lamentato la riduzione considerevole delle razioni loro servite e poca varietà delle stesse. A pranzo e cena, dicono, mangiano ‘solo’ pasta o riso condito con sugo a uso industriale, più bastoncino o cotoletta. Per disperati in fuga dalla fame, è intollerabile.

Ma non solo, la lista è lunga: «Medicinali: gli ospiti hanno riferito che a fronte di prescrizioni mediche, spesso le stesse non sono state acquistate e comprate autonomamente con il proprio pocket money (lo stipendio che ricevono dai contribuenti italiani). A proprie spese i profughi avrebbero provveduto all’acquisto di vestiti, indumenti e coperte. Inoltre gli ospiti lamentano la mancanza di personale professionale operante in struttura (non conoscenza lingua straniera). Problemi anche di manutenzione ordinaria della struttura vari episodi (blocco caldaia, fornitura elettrica, apparecchi luminosi non funzionanti). E poi ritardi nelle procedure amministrative e mancanza di percorsi d’inclusione».

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