Profughi si barricano nel centro: “Ora spacchiamo tutto”

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Hanno minacciato di spaccare tutto e si sono barricati dentro la struttura i migranti ospiti dello Sprar di Curcuraci (Messina). Hanno bloccato porte, finestre e il cancello principale con dei mobili accatastati e hanno preteso di parlare con le forze dell’ordine per spiegare le ragioni della protesta.

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Gli immigrati hanno lamentato la mancata distribuzione del “pocket money” giornaliero, la paga per gli stravizi che diamo loro oltre a vitto e alloggio.

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L’occupazione è poi cessata alcune ore dopo, con l’arrivo delle forze dell’ordine.

“Promuoverò un incontro con la Amministrazione a tutela dei lavoratori e dei migranti”, ha spiegato Antonio De Luca, del M5s che è stato avvisato della protesta e si è recato subito sul posto: “Un incontro per verificare se è tutto in regola dal momento che mi risulta non essere la prima protesta ma addirittura la terza, bisogna fare chiarezza sulla gestione nell’interesse di tutti”.

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“Intendo capire la situazione prima di pronunciarmi in modo netto – scrive in una nota neoeletta all’Ars Elvira Amata -. Disordini di questo genere sono preoccupanti e sempre correlati al disagio: sia quello che le ingenera che quello che determinano”. “Va da sé che è necessario comprendere se e quali diritti siano stati lesi in questo caso e individuare le responsabilità. E, una volta per tutte, sarebbe opportuno che chi di dovere iniziasse a seguire con attenzione le dinamiche della vita di questi centri, nell’interesse di chi vi è ospite, degli operatori che sono attivi al loro interno e dei cittadini che vivono nelle zone in cui i centri sono ubicati. Una circostanza quest’ultima, che non mi stancherò mai di bollare come assurda: si è imposta una convivenza sregolata spesso in zone che vivono già problematiche sensibili e si vedono trascurate – se non abbandonate – dalle istituzioni, senza porsi il problema di come questa coesistenza vada gestita con la cittadinanza locale, evitando che si verifichino situazioni di rivolta come quelle a cui nel nostro paese (e anche a Messina) abbiamo già assistito. E la memoria torna ai recenti fatti di Bisconte. Le istituzioni hanno il dovere di tutelare i cittadini, non lo si dimentichi”, conclude Elvira Amata.