Pd a caccia di dissidenti: Ogni 15 giorni una lista di siti proibiti, schedatura profili Facebook

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Oggi in una intervista al Corriere della Sera, Marco Carrai, compare di Renzi, e datore di lavoro dell’ex condannato di Anonymous che è stata la fonte del NYT per l’articolo di killeraggio politico contro M5S e Lega, rivela di essere al lavoro per creare un “algoritmo verità” che, tramite Intelligenza Artificiale, “riesca a capire se una notizia è falsa”. “L’altra idea – annuncia – è creare una piattaforma di natural language processing che analizzi le fonti giornalistiche e gli articoli correlandoli”.

Un ministero della Verità in forma moderna. E’ evidente che nessuna intelligenza artificiale potrà mai capire se una notizia è vera o falsa, ma solo censurare quelle non gradite al PD. Perché l’algoritmo agisce in base ai pezzi di codice che inserisci nel software, se inserisci che il Canale di Sicilia è in Libia, allora tutto quello che pubblica Vox è falso, e tutto quello che pubblica Repubblica è vero.

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In un’altra intervista, di Tiscali.it a tal Richetti, responsabile comunicazione del Partito, questo fanatico parla di fake news come ‘emergenza’ sociale, di siti che alimentano la ‘bufala’ della invasione di immigrati e il delirio non finisce qui. Insomma, un rovesciamento completo della realtà in cui le vere emergenze sono bufale e le ossessioni renziane diventano ‘emergenze’.

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E nella delirante intervista il personaggio chiede anche una “identità digitale certa”. Che tradotto significa ‘schedare chi usa internet’: niente più nickname e quindi privacy.

Ma al di là di questo, il solo pensare che un partito politico e i suoi sodali si mettano a creare una sorta di polizia del web è da denuncia penale. Se ci fossero magistrati, farebbero una retata nella sede del PD.

Si deve punire chi la produce e chi la diffonde notizie.
Ai microfoni di Radio Capital il presidente del Pd Matteo Orfini, quello che ha promesso a Buzzi-Mafia Capitale lo ius soli, spiega gli strumenti della caccia alle streghe dei censori piddini. Al Nazareno non hanno ancora deciso se partorire una nuova legge, “dare maggiori poteri all’Agcom” o “cercare di coinvolgere in modo più attivo le piattaforme, a cominciare da Facebook”. Orfini denuncia le “reti di siti organizzate che rilanciano certe cose”, cita “la foto bufala di Boschi e Boldrini ai funerali di Riina ha fatto decine di migliaia di condivisioni in pochi minuti” e finisce per attaccare i grillini. “Dovrebbero chiarire le cose piuttosto curiose che sono emerse – accusa – i siti collegati a Salvini sono accomunati in rete al M5S, visto che hanno la stessa matrice, cioè la pubblicità, legata agli stessi soggetti. Come mai fanno finta di scontrarsi e poi su questo terreno Salvini e Di Maio sono la stessa cosa?”.

E’ una puttanata, perché fake news non dà il giusto senso alle stupidaggini dette da Orfini, che fanno impallidire quelle dei galoppini di Boldrini. Il PD, con il suo hacker Stroppa, ha comunicato che ogni 15 giorni pubblicherà una lista di siti proibiti. Noi speriamo di esserci.