Profughi come Vigili Urbani, sostituiranno militari in congedo

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Nuovi particolari sulla bizzarra vicenda dei ‘profughi vigili’ a Prato, notizia diffusa da Vox giorni fa:

Profughi “vigili urbani” davanti alle scuole: scorteranno studenti, avranno anche paletta

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“Ancora una volta – denuncia Patrizia Ovattoni, Lega di Prato – ci troviamo di fronte ad una delle tante situazioni che mettono in risalto in modo negativo la nostra città. In merito a questo progetto – commenta l’esponente leghista – si è parlato di selezione e formazione dei richiedenti asilo per svolgere funzioni di viabilità davanti le scuole e scorta nel percorso del pedibus. Vorremmo però sapere – prosegue Ovattoni – quali sono i criteri di scelta ed il tipo di formazione a cui i soggetti in questione sono stati sottoposti, visto e considerato che di loro si conosce veramente poco o addirittura nulla e che i compiti a loro assegnati sono attività particolarmente delicate e di importante responsabilità civica. Se tale progetto – sostiene la leader del Carroccio – è stato attuato, anche se in via sperimentale, per ottenere lo stesso servizio già svolto dagli anziani e dalle associazioni di militari in congedo, ma con un contenimento dei costi è un concetto totalmente sbagliato ed assolutamente incondivisibile andare al risparmio su attività che riguardano la sicurezza, in particolare quando ci sono di mezzo i bambini. Se invece – continua – si tratta di un percorso integrativo per i profughi certamente non è questa la strada da percorrere, in quanto il processo di “integrazione” avviene attraverso la volontà personale, la piena condivisione dei nostri valori ed in presenza dei capi saldi necessari per la sussistenza come il lavoro onesto e legale e non certamente improvvisandosi, dall’oggi al domani, in ruoli di particolare rilievo come il vigile urbano. Mi auguro – conclude la segretaria – che sia fatta chiarezza su questo progetto e vengano attuate politiche che abbiano veramente come obbiettivo l’interesse e la tutela della nostra comunità”.

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E’ comunque tempo di finirla con questo mito della ‘integrazione’. Perché, di grazia, dovremmo integrare giovani maschi africani nel nostro tessuto sociale? Li volete come sposi delle vostre figlie? Perché questo significa ‘integrazione’.