I terroristi dell’Isis, sconfitti sul piano militare, potrebbero utilizzare i flussi migratori dal Nord Africa verso l’Europa e in particolare verso l’Italia per alimentare la loro minaccia terroristica nei confronti del mondo occidentale. “Il rischio è reale”, avverte il ministro dell’Interno Marco Minniti, intervenendo nell’Aula di Montecitorio al seminario su difesa e sicurezza organizzato dall’Assemblea Parlamentare della Nato.
“Se lo scorso anno qualcuno mi avesse chiesto se era possibile che una minaccia organizzata di Daesh poteva utilizzare i flussi migratori per minacciare l’Europa, avrei risposto di no: perché è del tutto evidente che un’organizzazione nella pienezza della sua attività non mette a rischio un assetto ‘nobile’, come quello terroristico, dentro un flusso incontrollato e non governabile come quello dei migranti – premette il titolare del Viminale -. Ma nel momento in cui si tratta di una fuga individuale, di una diaspora, il rischio che questi singoli soggetti possano unirsi per mimetizzarsi ai flussi migratori diventa un rischio reale”.
A parte il vezzo di definire lo Stato islamico ‘Daesh’, tipico di chi è prono verso l’islam, un ministro che mente in modo così spudorato, e lo fa con la complicità dei media di distrazione di massa, che nemmeno si pongono il problema di fargli notare tutti i terroristi islamici già giunti con i barconi, fa veramente ribrezzo.
Come se a Parigi non fosse successo quello che è successo. Come se Amri, quello che ha schiacciato passanti al mercatino di Natale a Berlino, non fosse sbarcato a Lampedusa. E tanti altri casi. Veramente, un ministro che apre bocca e mente in questo modo è l’esemplificazione dello Stato in putrescenza.
Ma ancora di più dei giornalisti, succubi, che non osano porre domande ‘scomode’. Uno dei motivi è che molti di questi giornalisti sono ex estremisti rossi appartenenti ad organizzazioni criminali come Lotta Continua. Altri ne sono i figli. Gente che per i terroristi ha un debole.