«Cari Homaid e Ali, vi scrivo da questo indirizzo per ragioni di confidenzialità».
Con questa mail, il 29 marzo del 2015, l’allora ad della Piaggio Aerospace Carlo Logli, confida ai nuovi padroni arabi dell’azienda italiana che produce jet di lusso e armamenti aerei, la cessione illegale di segreti militari dall’Italia.
Ricordiamo che fu il governo Renzi a favorire la cessione totale agli Emirati Arabi. Potere dei Rolex.
La mail è diretta ad Homaid Al Shimmari, del fondo Mubadala, proprietario della Piaggio Aero, e Ali Alyafei della Adasi, altra società emiratina legata all’azienda italiana.
Logli racconta ai padroni arabi di come il suo predecessore, Alberto Galassi, avrebbe violato la legge sulle esportazioni di armamenti, grazie anche un giro di tangenti dirette a rappresentanti di medio-alto livello dei principali clienti istituzionali dell’azienda:
«Nel periodo 2010-2012 scrive Logli – Piaggio ha ricevuto da Adasi 81 milioni di euro senza possedere le relative licenze di esportazione, mentre in realtà materiali e documenti sono stati esportati».
L’ex ad ci tiene poi a segnalare che la prassi sarebbe andata avanti fino al 2014, per un totale di 174 milioni di euro, incassati attraverso banche alle quali non veniva mai dichiarato «che tali somme provenivano dalla vendita di programmi militari». Fra le normative che sarebbero state violate la legge 185/90, varata dopo lo scandalo Bnl Atlanta, il trattato Mtcr e la mancata comunicazione all’Uama, unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento.
Il principe ereditario Mohammed Bin Zayed voleva un drone ‘arabo’. Ma non essendo in grado di realizzarlo, nel 2006 gli Emirati entrano nell’azionariato Piaggio: un investimento di un miliardo di euro.
E’ Renzi a favorire l’arrivo degli Emiri nelle aziende italiane, sponsorizzato anche da Luca di Montezemolo, che negli Emirati è di casa, e dallo stesso Alberto Galassi, genero di Piero Ferrari, modenese, vicino al ministro Lotti, e amico di Antonio Orsero, industriale ligure della frutta e grande finanziatore della Leopolda.
È sempre Renzi, insieme al ministero della Difesa, a firmare nell’aprile 2014, il decreto che consente agli arabi di diventare soci di maggioranza di un’azienda strategica, e precisa le condizioni con cui devono operare. È la prima volta che si applica la cosiddetta «Golden Power» a un’azienda del settore difesa e la Corte dei Conti neanche un mese dopo solleva obiezioni. Il ministero della Difesa affida il controllo sul rispetto del decreto nella Piaggio Aero, compresa la «tutela del suo equilibrio economico finanziario», al generale Enzo Vecciarelli, oggi capo di stato maggiore dell’Aeronautica. Viste le drammatiche condizioni economiche in cui Piaggio si trova oggi, sembra evidente che né gli azionisti né il governo abbiano prestato molta attenzione a quanto sottoscritto.

È in questo contesto che si inserisce la storia parallela che oggi emerge: un conflitto aspro e sotterraneo tra Galassi che, forte delle sue molte relazioni nel mondo renziano, così come ad Abu Dhabi, continuerebbe di fatto a dare le carte. Dall’altra Logli, che per contrastarlo, mette in guardia i padroni arabi sul possibile danno reputazionale derivante dalla presunta condotta spregiudicata del rivale. E intanto l’azienda tra il 2011 e il 2015 accumula perdite per 450 milioni, da due anni non presenta bilancio, non ha un piano industriale e ha ottenuto solo una breve proroga della cassa integrazione. Galassi sarebbe tra l’altro legato alla cordata cinese che oggi aspira a rilevare il business civile di Piaggio Aerospace, frenata da un altro decreto Golden Power emesso di recente. Che rischia di fare la fine del precedente: lettera morta.
Tempo fa ci chiedemmo chi pagasse l’Airbus A340-500 di Renzi, preso in leasing dalla compagnia emiratina Etihad per permettere al premier di fare lunghe tratte senza scali.
La risposta spiega la notizia di oggi: “Per quanto riguarda l’Airbus A340, Etihad ha concesso il leasing ad Alitalia che si occupa anche della manutenzione, mentre l’operatore esercente, tramite il ministero della Difesa, è l’Aeronautica militare con il proprio personale di volo”. Attenzione. La nostra Aeronautica militare sostiene che il leasing dell’Airbus A340 sia pagato dall’Alitalia, cioè da una compagnia aerea privata che ha come azionista pesante (al 49%) la compagnia aerea degli Emirati Arabi Uniti.
In cambio dei nostri segreti militari.