Africani di nuovo in marcia, fallita trattativa con prefetto: “Italia no buono”

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Consegnate ai rivoltosi pettorine catarinfrangenti per evitare che gli automobilisti tentino di risolvere il problema immigrazione

Questa mattina, diversi richiedenti asilo sono usciti e si sono posizionati all’esterno della base di Conetta protestando contro il troppo cibo che viene loro servito:

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Da questi verso le 10 si è staccata una “costola” di fancazzisti che si è messa a marciare in direzione di Pegolotte, Padova, con ogni probabilità verso il municipio di Cona. Alle 10.30 venivano segnalati davanti al cimitero. Alle 11.30 il cordone di polizia ha bloccato il mini corteo di giovani maschi africani ai confini del territorio comunale di Correzzola.

Lì sono state intavolate trattative (!), che non hanno avuto l’esito sperato. Il numero dei fancazzisti in marcia nel frattempo è cresciuto, raggiungendo le 51 unità. Sul posto è intervenuto anche il vicario del prefetto di Venezia, che si è umiliato, annunciando i primi 13 trasferimenti in giornata.

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Ha pregato espressamente i fancazzisti di collaborare chiedendo di ritornare a Conetta, in attesa di provvedimenti. Nulla da fare. Il tentativo di mettersi a novanta gradi non ha avuto il riscontro sperato, con i migranti che hanno ripreso la marcia verso Piove di Sacco al grido di “Cona no buono”. Sono in fuga dalla disperazione, vanno capiti.

Per evitare quanto successo il 15 novembre scorso, quando uno dei rivoltosi è stato travolto ed ucciso da un’auto mentre stava raggiungendo gli altri fancazzisti a Codevigo, è stata consegnata una pettorina catarinfrangente da indossare: dai, dategli anche una pistola. L’intento è quello di raggiungere il centro di Piove di Sacco ed esigere ospitalità al parroco e al sindaco. Perché hanno capito quale è il punto debole della società: i preti di Bergoglio.