In un inquietante parallelismo con quanto avviene in Italia, l’esercito cinese ha lanciato un sito web che invita gli utenti a segnalare le cosiddette fake news e i “contenuti illegali”. L’obiettivo si legge sul sito ufficiale dell’esercito cinese, è attuare i principi dell’ultimo congresso del Partito comunista cinese, tenuto il mese scorso, e “ripulire” i contenuti online.
E’ quello per il quale sono stati ammaestrati e sguinzagliati i cosiddetti ‘siti anti-bufala’ al servizio di Boldrini: ripulire il web dalla voci libere. Per questo è l’intento.
I cittadini sono invitati a utilizzare la piattaforma per denunciare attacchi alla leadership dell’esercito e del Partito comunista. Agli utenti viene inoltre chiesto di denunciare l’apertura illegale di account social da parte dei membri dell’esercito e la pubblicazione di informazioni riservate.
Il 19mo Congresso nazionale del Partito comunista cinese è stato preceduto da una stretta senza precedenti alla libertà di espressione. Pechino ha adottato lo scorso giugno una nuova legge sulla sicurezza informatica, che impone alle aziende operanti nella rete di vigilare.
Boldrini e il Partito Comunista cinese hanno lo stesso obiettivo: imbavagliare la rete.
Non per nulla l’agenzia italiana di fake news ha stretto un accordo con quella del Partito Comunista cinese:
ANSA firma collaborazione con agenzia ufficiale del Partito Comunista Cinese
La libertà di espressione non può essere vigilata. Boldrini vuole silenziare i dissidenti, come fanno i Cinesi. Ma per silenziare Vox non basterà sguinzagliare i suoi sgherri digitali, o fare pressioni su Google, dovrà sparare pallottole vere.