La Chiesa sana respinge le avances di Bergoglio. E’ rivolta contro l’idea, lanciata poche ore dopo la visita del ‘Papa’ a Bologna dall’arcivescovo Mattia Zuppi, di accogliere per un giorno nelle parrocchie cittadine i fancazzisti dell’hub di via Mattei.
Oltre 70 parrocchie, sulle oltre 90 della città, hanno declinato l’invito. Solo una ventina ospiteranno, oggi, a pranzo, i finti profughi nella Giornata mondiale dei poveri, organizzata da don Matteo Prodi (nipote dell’ex premier Romano, recentemente dimessosi dall’incarico di parroco di una frazione di Zola Predosa perché ormai inviso alla maggioranza dei parrocchiani per il suo fanatismo per i membri africani).
«Può essere una bella iniziativa, ma bisogna chiedersi quale sia il senso dell’accoglienza di un musulmano in chiesa», dice senza mezzi termini don Antonio Rota del Sacro Cuore. «Non è facile mettere insieme due mondi religiosi — continua — ho dei dubbi su questo aspetto».
Oltre ai dubbi sulle modalità di incontro tra mondi religiosi diversi, c’è altro al centro del dibattito. Come altri colleghi, don Rota fa presente che la sua parrocchia non ha «spazi idonei». Santa Maria del Suffragio «non ha strutture», ricorda invece don Giacomo Mismetti: «La mia parrocchia è soltanto la chiesa, non c’è oratorio e non ci sono sale. Dal punto di vista logistico non possiamo andare incontro a questa iniziativa».
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Non mancano i golosoni, come don Mario Zacchini di Sant’Antonio di Savena, lui è pronto ad accogliere i nuovi membri africani: «Accoglieremo una decina di migranti e pranzeremo insieme».
E Zuppi, contrariato, ha ricordato che «le mura sono state buttate giù perché la città voleva crescere: se non c’è accoglienza non c’è futuro».
Le mura sono state buttate giù perché il nemico contro il quale erano state erette non c’era più. Ora è tornato.