Tariffe riservate a Immigrati: Italiani discriminati dai gestori telefonici

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Tariffe riservate a soli stranieri: italiani discriminati sui piani tariffari in vendita

Da alcuni mesi esistono nuove tariffe proposte dalle più importanti compagnie telefoniche – Wind, Tim e Vodafone – dedicate a chi vuole chiamare all’estero o navigare a prezzi vantaggiosi. Offerte tanto convenienti che in alcuni casi sono allettanti anche per coloro che possono non essere interessati alle chiamate extra paese. Il piano Tim International 1000 Super, ad esempio, offre 10 gb di traffico dati e 1000 minuti di chiamate a soli 9 euro e 99 ogni 28 giorni. Le offerte, i prezzi e i giga proposti oscillano sempre, ma in tutti i casi hanno un unico comun denominatore: sono riservate solo ed esclusivamente ai cittadini nati all’estero, di qualunque nazionalità, purchè siano nati fuori dall’Italia. Tariffe valide per chiamare amici o parenti in decine di paesi europei ed extraeuropei (Usa inclusi in alcuni casi) ma a cui possono accedere solamente le persone in possesso di codice fiscale straniero. La casistica é cosí varia che abbiamo inserito nella terza pagina dell’articolo tutti link per chi desidera verificare le offerte in oggetto, ma le potrete consultare anche negli allegati presenti in fondo a questo testo.

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Disparità per nascita

Puó un prodotto essere venduto in Italia e quindi all’interno dell’Unione Europea in base al paese di nascita di un consumatore e non – al limite – al suo paese di residenza? Puó un’automobile, un abbonamento satellitare, o un panino essere proposto in base al codice fiscale di un cliente? Si puó riservare ad una categoria di consumatori la commercializzazione di un oggetto o di un servizio senza applicare, come in questo caso, le classiche distinzioni di trattamento che spesso vengono utilizzate come quelle sull’Isee, il genere o l’età (si pensi ad esempio ai biglietti del cinema, con le agevolazioni per le donne, gli studenti e pensionati, o più banalmente alle convenzioni per i disabili o alle rette degli asili) ? Infine, è legale vendere in Italia dei prodotti o dei servizi negandoli agli stessi cittadini italiani? La risposta a queste domande sembrerebbe affermativa vista l’esistenza di queste proposte, ma ci ha fatto sorgere dei leciti dubbi di diritto.

“Mi dispiace, lei è italiano”

Le domande a questo caso di probabile discriminazione nascono a Udine, più precisamente in uno store Wind di Udine. E sono sorte quando Cosmin (nome di fantasia), un cittadino straniero da anni residente in Italia, recatosi all’interno di in un negozio per cambiare piano tariffario, ha assistito alla scena di un commesso che ha negato ad un cliente anziano udinese l’attivazione della tariffa Call You Country (8 giga di internet 4G, 500 minuti di chiamate nazionali, 150 minuti verso l’estero e minuti illimitati verso Wind) con la strana e stridente risposta “Mi dispiace, lei è italiano”. Inutili le flebili proteste del friulano. Cosmin, che era lì proprio per attivare quello stesso piano, in quel momento si è sentito sprofondare. «Mi sono sentito piccolo piccolo dall’imbarazzo – ci ha raccontato il diretto interessato -. E’ stata una scena strana, leggermente triste. Ho avvertito un latente “razzismo” al contrario. Mi sembra inammissibile che un codice fiscale possa essere vincolante per accedere o meno ad un servizio».

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La conferma e la denuncia delle disparità per cittadinanza

Barbara Puschiasis, presidente di Federconsumatori, ci ha evidenziato «come sia ravvisabile nel caso di specie un caso di discriminazione che, seppur praticata in un ambito privatistico, ma considerata la diffusione del servizio, le modalità di presentazione e il fatto che le compagnie hanno fatto cartello, va a ledere diritti sanciti dalle normative vigenti, sia a livello internazionale che comunitario che nazionale» (alla pagina successiva è presente l’elenco di alcune delle norme interessate). Diritti che per assurdo le “carte servizi” degli stessi gestori dichiarano di rispettare e difendere garantendo l’uguaglianza degli individui. «Generalmente – ha spiegato Puschiasis – sono ammesse deroghe al principio di eguaglianza formale al fine di conseguire l’eguaglianza sostanziale. Ma nei casi analizzati (Wind, Tim, Vodafone) tale disposto risulterebbe violato in quanto discrimina e crea distinzione tra i cittadini italiani (non nati all’estero) e gli “stranieri” senza una valida motivazione. E lo fa includendo fra gli stranieri sia i cittadini di altri stati membri della UE diversi dall’Italia sia degli stati Extra UE. Pone quindi in una situazione recisamente differente tutti gli italiani non nati all’estero che si trovano in una situazione sostanzialmente identica a quella dello “straniero”, cioè di colui che è nato all’estero e che non ha la cittadinanza italiana». Per fare un esempio, una mamma friulana che vuole chiamare un figlio trasferitosi in Inghilterra o in Romania per studio o per lavoro non potrà farlo alle stesse tariffe di Cosmin. Così pure una persona proveniente da uno stato diverso dall’Italia, che solo successivamente ha acquisito la cittadinanza italiana, non potrà accedere alle tariffe predette sebbene abbia diversi familiari e conoscenti che ancora risiedono nel suo stato di origine e che dunque ha la necessità di sentire frquentemente. «Orbene – ha aggiunto l’avvocato – , pur nella stessa situazione di lontananza affettiva, a causa di un semplice codice fiscale differente o di un luogo di nascita esterno all’Italia (Ue o extra Ue), questi soggetti non possono avere gli stessi vantaggi di tutti gli altri. Purtroppo – ha poi concluso – , siamo ancora a difenderci dalle compagnie telefoniche: dopo la recente tariffazione a 28 giorni, ora ci troviamo difronte a questa tipologia di pratica che porteremo al vaglio dell’Authority».

Ma non è un caso isolato:

TIM ti regala 5 euro, ma solo se sei immigrato

Siamo in Italia, e invece di privilegiare gli Italiani e discriminare gli immigrati, come sarebbe giusto (non è discriminazione privilegiare proprio figlio rispetto al figlio degli altri: è l’ordine naturale delle cose), avviene il contrario.