Figli più poveri di genitori e nonni: è la Globalizzazione

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Capifamiglia under 34 sempre più poveri, tassi di disoccupazione giovanile tra i più alti d’Europa, ascensore sociale bloccato e record di Neet. In Italia la povertà tende a crescere al diminuire dell’età: i figli stanno peggio dei genitori, i nipoti peggio dei nonni. E’ quanto rileva il Rapporto di Caritas italiana su povertà ed esclusione sociale 2017 ‘Futuro anteriore’, che quest’anno si focalizza sulla vulnerabilità dei giovani. “Ancora più allarmante”, sottolinea la Caritas, risulta poi la situazione dei minori con 1 milione 292 mila in povertà assoluta (il 12,5% del totale). Al contrario, diminuiscono i poveri tra gli over 65 (da 4,8% a 3,9%). Nell’ultimo ventennio, osserva la Caritas, il divario di ricchezza tra giovani e anziani si è ampliato: la ricchezza media delle famiglie con capofamiglia di 18-34 anni è meno della metà di quella del 1995, mentre quella delle famiglie con capofamiglia con almeno di 65 anni è aumentata di circa il 60%.

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E’ un fenomeno in atto in tutto l’Occidente, e si accompagna alla concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi baroni della Globalizzazione. E’ l’ingresso di manodopera low-cost dal terzo mondo di cui anche la Carita$ è responsabile.

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Ma organizzazioni come la Carita$ amano i poveri, tanto da volerne sempre di più. Perché è l’unico modo che ne garantisce l’esistenza. E i finanziamenti.

E’ sempre così. Questo tipo di enti nasce per motivi lodevoli, e poi si degrada.