AFRICANI IN MARCIA: “ORA VOGLIAMO VENEZIA”

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Hanno bivaccato per tutta la notte in 5 chiese nel Miranese, gli oltre 200 fancazzisti africani che sono usciti dal centro di permanenza a Conetta, una frazione di Cona ( Venezia) e che da giorni stanno dando vita a una ‘marcia’ verso Venezia. I nuovi Barbari, venuti in Italia dall’Africa perché c’è la guerra in Siria: e ora si lamentano che non è abbastanza caldo.

I richiedenti asilo sono stati distribuiti per trascorrere la notte a Mira, Borbiago, Oriago e Gambarare, messe a disposizione dal patriarca di Venezia, mons. Francesco Moraglia su richiesta del prefetto. Frenetiche riunioni sono in corso per cercare delle destinazioni diverse. Perché comandano loro.

Ora vogliono Venezia, sono sempre più numerosi. Una macchia nera nel cuore del Veneto. La marcia sta diventando sempre di più il simbolo dell’invasione.

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«Questi ragazzi non sanno ancora esprimersi in italiano, eppure sono qui da quasi due anni – dice Abouba Kar, rappresentante di Usb, il sindacato di base che sostiene la protesta – Vi sembra integrazione questa?». No, e voi non siete un sindacato italiano, ma un’organizzazione che sobilla giovani maschi africani e che è composta da africani.

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«Se non ci fate passare rimaniamo qui. Se serve stiamo tutta la notte sull’argine di un fiume». Non volevano tornare a Cona e a Cona non torneranno. Perché comandano loro. E il governo guarda mentre violano la legge, bloccando strade.

Ai numeri portati ieri dal prefetto di Venezia sulle presenze dell’hub veneziano (1.120 persone) vengono già sottratti i 240 di ieri.

Il prefetto Boffi si è piegato: invece di rimandarli in Africa con un ponte aereo, sta concordando una sistemazione alternativa per loro in altri centri sparsi in tutto il Veneto. E’ una colonizzazione.