Crac Banca Popolare Vicenza, i grandi debitori: calciatori, Parnasi e Zamparini

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Crac della Banca Popolare Vicenza, i grandi debitori: dalle società di ex calciatori al costruttore Luca Parnasi, quello che vuole rifarsi una verginità con lo stadio della Roma

E’ stata consegnata alla commissione d’inchiesta parlamentare la lista dei 100 grandi debitori della Popolare di Vicenza. Sul podio c’è la Nsh srl, con 82 milioni di prestito trasformati in sofferenza nel giugno 2017. Ma non solo, tra i grandi insolventi che hanno contribuito al crac della banca spiccano le società dei grattacieli come Sorgente Group, quelle di ex calciatori, il gruppo Burani, il costruttore Parnasi e società pubbliche in dissesto.

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Per lo più i soliti noti che hanno contribuito al crac della banca veneta guidata dall’ex presidente Gianni Zonin, ora indagato per aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza. Alcune società come Acqua Marcia sono una presenza fissa, come scrive La Stampa, da Etruria a Banca Marche. O anche Etruria Investimenti e Sant’Angelo Outlet (la prima ha provocato una sofferenza di 7 milioni e 200mila euro, l’altra di oltre 12 milioni di euro) che sono società collegate anche al crac di Banca Etruria. A legare tutte queste aziende è la Castelnuovese di cui Lorenzo Rosi, ex presidente della banca aretina, è stato presidente fino a luglio 2014. Altri grandi debitori sono l’Hotel Dolomiti e la Ginori Real Estate.

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Crediti concessi senza le necessarie garanzie. La lista dimostra come veniva gestita Pop Vicenza e come sia arrivati ai 5,5 miliardi di sofferenze e agli oltre 4 miliardi di inadempienze. Ma anche i “buchi” nei controlli. Per ora, sappiamo che nel 2009 la commissione Borsa di Consob inviò una lettera a Bankitalia per chiedere informazioni sullo stato di salute della banca veneta dato che l’istituto di credito aveva comunicato l’imminente emissione di obbligazioni, per quasi 366 milioni di euro, secondo quanto riporta Il Corriere della Sera. La risposta di Palazzo Koch non è mai arrivata.

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Oltre ai vecchi crac del gruppo Burani (7 milioni) e Tirrenia Navigazioni, anche la Monte Mare Grado dell’ex presidente del Palermo Maurizio Zamparini, insolvente per 57 milioni e 800 mila euro per un progetto immobiliare mai andato in porto, e la Champions Re, società immobiliare degli ex calciatori Amoruso, Iaquinta, Cristante, Guardalben e il procuratore Claudio Pasqualin.

Tra le società partecipate invece spiccano il Consorzio dell’Aussa Corno, della Regione Friuli, e l’Area Stazione che fa capo al Comune di Parma. Il primato fra gli inadempienti spetta a un’unica famiglia: i Ravazzolo. Imprenditori del tessile esposti per oltre 90 milioni, prestiti concessi per comprare azioni.

Le banche continuano a prestare soldi ai ricchi e truffare i cittadini.

Ma la banca come è strutturata nel mondo moderno è una ontologicamente una truffa. Ha sottratto al sovrano – nel nostro caso sarebbe il popolo – il diritto a battere moneta: ogni volta che concede un prestito, infatti, la banca non fa altro che creare denaro ex nihilo e poi pretendere interessi su denaro che non esisteva. Già questa è una truffa: la creazione di denaro da parte del sistema bancario.

Per questo non dovrebbero esistere banche private, perché non sono aziende normali che producono qualcosa, ma prestigiatori.