Ormai non è più ‘soltanto’ il Madagascar, la Peste sta sbarcando o è già sbarcata attraverso il movimento delle persone in almeno dieci paesi africani. Alcuni dei quali, come Eritrea e Somalia, sono fornitori netti di clandestini per l’Italia.
Al momento si contano già oltre 2.000 casi e 143 morti da quando, ad Agosto, ha iniziato a colpire.
La peste è una malattia infettiva di origine batterica causata dal batterio Yersinia pestis. È una zoonosi, il cui bacino è costituito da varie specie di roditori e il cui unico vettore è la pulce dei ratti (Xenopsylla cheopis), che può essere trasmessa anche da uomo a uomo.
L’ultimo paese ad essere messo in allerta è il Malawi, il pericolo, ha detto il ministro della Salute, “sono i confini porosi”. Nell’ultima settimana i casi in Madagascar sono saliti dell’8%, e le autorità sanitarie stanno cercando di impedire un propagarsi senza controllo sul continente africano. Ma l’unico modo possibile sarebbe una quarantena nazionale. E sarebbe razzista.
L’Africa, con il suo incontrollato boom demografico sollecitato dagli aiuti senza freni dall’Occidente senza politiche di controllo delle nascite, accompagnato da un concetto particolare sull’igiene, partorirà prima o poi una pandemia globale di proporzioni mai viste.