Trump pronto ad espellere 300mila ‘profughi’: in Usa per uragano Mitch…

Vox
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L’amministrazione Trump ha deciso di porre fine al programma di protezione per circa 2.500 immigrati dal Nicaragua, che ora avranno 14 mesi di tempo per lasciare gli Stati Uniti. Per 57 mila immigrati dall’Honduras con lo status di residenza provvisoria il governo si e’ invece dato altri nove mesi di tempo. Restano in attesa di conoscere il loro destino 200 mila immigrati dal Salvador e 50 mila da Haiti il cui permesso scade all’inizio del prossimo anno.

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Il dipartimento della Sicurezza Interna per ora ha rimandato la decisione per un gruppo molto più ampio di immigrati, 57mila provenienti dall’Honduras, che vivono da anni negli Stati Uniti protetti dal medesimo programma, varato la prima volta (e da allora sempre rinnovato) dopo le devastazioni provocate dall’uragano Mitch, che sconvolse l’America Centrale nel 1998. Entro fine mese conosceranno la loro sorte anche i rifugiati di Haiti ed El Salvador.

In totale le persone che vivono con un permesso provvisorio di soggiorno sono circa trecentomila, provenienti da 9 paesi. Con il loro arrivo hanno dato vita al terribile fenomeno delle gang di strada centroamericane. Il programma di protezione temporanea si rivolge ai cittadini stranieri vittime di disastri naturali o guerre, permettendo loro di vivere e lavorare negli Usa fino al ritorno della normalità nel loro Paese. Il Dipartimento della Sicurezza Interna ribadisce però che in diversi casi non vi sono più ragioni tali da giustificare l’accoglienza. Pertanto le persone interessate dall’inizio del 2019 potranno restare in America solo se otterranno un’altra forma di permesso di soggiorno. Altrimenti dovranno tornarsene a casa.

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Beh, venti anni per un uragano ci sembrano sufficienti. E’ comunque demenziale spostare masse di popolazioni come merci da un punto all’altro del globo in caso di guerra o catastrofe, invece di ripararli nel paese più vicino in attesa di tornare a casa. Perché le emergenze vengono utilizzate per portare avanti la strategia di sostituzione etnica globale.