Il selfie del terrorista, Jihadisti sui barconi insieme ai detenuti tunisini

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Ondata di sbarchi. Oltre 2.500 quelli traghettati in Italia negli ultimi giorni. Esclusi, ovviamente, quelli dei famosi ‘sbarchi fantasma’. Algerini. Ma soprattutto gli ex detenuti tunisini scarcerati dal governo di Tunisi nell’ultimo maxi indulto. Migliaia di criminali. Molti jihadisti.

Da mesi oramai sono segnalati arrivi di piccole imbarcazioni sulle coste meridionali di Sicilia e Sardegna con a bordo soggetti che fanno poi perdere le proprie tracce. Le autorità tunisine sono ben al corrente di ciò e hanno già reso noto non solo che tra gli immigrati possono nascondersi terroristi, ma anche che da Tunisi fanno fatica a bloccare gli sbarchi. Del resto meglio lasciar partire potenziali soggetti problematici piuttosto che fermarli e lasciarli ribollire in casa, questa è pura logica.

E arriviamo al tunisino espulso ieri:

TERRORISTA TUNISINO SBARCATO IN ITALIA, ERA GIA’ A MILANO

Abdelhak Ben Makhlouf Aouini è stato bloccato ieri in piazza Duomo mentre si scattava tranquillamente selfie che poi pubblicava su Facebook. Il venticinquenne tunisino era inserito in una “lista nera” dei servizi segreti locali ed era stato segnalato alle autorità italiane come soggetto pericoloso. Ma era sbarcato tranquillamente. Magari in uno di questi sbarchi fantasma:

Detenuti tunisini sbarcano armati di machete e in diretta tv, nessuno li ferma

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A giudicare dal comportamento, Aouini non sembrava preoccupato di essere fermato, non si sentiva braccato. Alcune settimane fa, al picco degli ‘sbarchi fantasma’, un kalashnikov è stato ritrovato nel tratto di spiaggia tra Hammamet e Sfax da dove partono i barconi degli ex detenuti tunisini. Evidentemente era uno scarto non funzionante, chissà invece quanti ne portano durante gli sbarchi in Italia, totalmente incontrollati.

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La scoperta del fucile d’assalto non promette affatto bene se consideriamo che da luglio sono già arrivate dal Paese africano alle coste italiane 2700 persone partite proprio da questa zona.
Sarebbero circa 5mila i clandestini/detenuti/terroristi pronti a partire alla volta dell’Italia. Poi, ovviamente, ci sono gli Algerini che sbarcano in Sardegna.

E non dimentichiamo che il collasso territoriale dello Stato islamico significa l’arrivo di migliaia di miliziani islamici in Europa: un caso che l’ondata degli sbarchi fantasma sia stata contemporanea? Sono più di 6.000 i jihadisti tunisini recatisi in Siria per unirsi alle file dell’Isis e le autorità di Tunisi sono terrorizzate di un loro possibile e probabile rientro perché rischierebbero di destabilizzare il già precario assetto istituzionale. E allora, molto meglio inviarli in Italia.

Sbarchi fantasma, kalashnikov sulla spiaggia: allarme detenuti tunisini

Come mette in evidenza il Prof. Marco Lombardi dell’Italian Team for Security, Terroristic Issues and Managing Emergencies (Itstime)/Università Cattolica di Milano: “Per primo bisogna tenere in considerazione che la Tunisia ha il più alto numero di foreign fighters in rapporto alla popolazione e ciò nonostante l’immagine che si ha in Europa di una Tunisia laica e moderata. Un fatto che mette in evidenza enormi contrasti interni al Paese. In secondo luogo sembra che il governo di Tunisi abbia tutto l’interesse a spingere i soggetti problematici al di fuori dei propri confini oltre al fatto che il flusso di profughi può essere utilizzato dai governi del Maghreb per far pressione sull’Europa con lo scopo di ottenere fondi”.

I terroristi arrivano sui barconi. Incontestabile.