Casa popolare alla famiglia dell’Imam terrorista

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«Sono in Italia da dieci anni con la protezione sussidiaria e il patronato della Cgil mi ha aiutato per il permesso di soggiorno. Non sono un terrorista», sosteneva in giugno al Giornale Idriz Idrizovic espulso ieri mattina dall’Italia per «ragioni di sicurezza nazionale». E non era tutto.

L’imam itinerante kosovaro domiciliato a Olgiate Molgora, centro della Brianza lecchese, è stato espulso dall’Italia perché considerato pericoloso per la sicurezza nazionale per la sua attività di predicatore estremista, ma i suoi sono rimasti a Olgiate Molgora, dove abitano dal 2007: la moglie e le cinque figlie.

Lecco, l’imam terrorista abitava accanto la chiesa – VIDEO

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Per ora continuano ad occupare il loro appartamento in una vecchia palazzina, visto che la madre non lavora e non ha alcun reddito, lei e le cinque figlie verranno sistemate a spese dei contribuenti in uno degli alloggi Aler per i quali la famiglia dell’imam terrorista risulta prima in graduatoria. Insomma: danno la casa popolare a terroristi islamici e ai loro familiari. Così si radicano meglio sul territorio. Roba da pazzi.

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Non solo. La famiglia dell’imam è assistita da assistenti sociali, dai volontari della Caritas, dalla parrocchia e dall’oratorio. E’ tempo di creare una nuova figura di reato: chi sostiene i terroristi islamici è terrorista. E lo deve seguire.

Il decreto di espulsione indica i collegamenti del kosovaro con «imam itineranti» ultraradicali come Idriz Bilibani arrestato nel 2014 dall’antiterrorismo kosovaro e Husein Bosnic alias Bilal, veterano del battaglione mujaheddin durante la guerra in Bosnia e reclutatore per il Califfato in carcere a Sarajevo. Ma nonostante questo, era in testa alla graduatoria per le case popolari. E ora stiamo mantenendo la sua prole. Che un giorno sgozzerà i vostri figli.

Il kosovaro è cognato di un altro discusso imam, Sajd Bajrakthar, che predicava in provincia di Siena, dove ha invitato «cattivi maestri» come Bosnic e Bilibani. Bajraktar è tornato da poco a Restelica, un villaggio del Kosovo, punto di partenza di diversi volontari della guerra santa per la Siria. E dal decreto d’espulsione si legge che Idrizovic si collegava dall’Italia a Radio Bambus, emittente della zona di Restelica, «per predicare pensieri salafiti estremisti» secondo una fonte dell’antiterrorismo. Il dossier è stato raccolto dal Ros dei carabinieri di Milano guidati dal colonnello Paolo Storoni, oggi passato ad un altro incarico a Bergamo. Idrizovic aveva tentato di raggiungere la sorella in Germania dove avrebbe predicato in una moschea di Dortmund, ma le autorità tedesche gli hanno proibito l’ingresso nel paese considerandolo un radicale. Nell’incontro alla stazione di Lecco dello scorso giugno giurava: «Non ho più una moschea in cui predicare. A quali giovani avrei fatto il lavaggio di cervello?».

La saldatura tra terrorismo islamico e utili idioti rossi è sempre più evidente.