Belpietro alla sbarra per blasfemia, magistrati applicano la Sharia

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Ricorderete la vicenda:

BELPIETRO A PROCESSO PER QUESTO TITOLO, ISLAMICI ESULTANO

Ora Belpietro è alla sbarra. Per avere scritto quello che pensa. Per ‘blasfemia’. In Italia ci sono magistrati che applicano la Sharia.

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“Quando abbiamo fatto quel titolo ‘Bastardi islamici’ per noi era scontato che ci si riferisse ai terroristi, perché ‘islamici’ era aggettivo relazionale del sostantivo ‘bastardi’ e serviva a definire la matrice islamica degli attentati e non ho scritto, infatti, ‘bastardi musulmani'”.

Così il direttore, ora a La Verità, Maurizio Belpietro è stato costretto a spiegare il titolo che comparve su Libero, quotidiano all’epoca da lui diretto, il 13 novembre 2015 dopo la strage islamica di Parigi nel corso del processo a Milano dove è accusato di “offese a una confessione religiosa mediante vilipendio di persone”, aggravate dalla finalità di odio razziale. In Pakistan sono più sintetici: blasfemia.

“La lingua italiana è chiara – ha spiegato Belpietro rispondendo al pm Piero Basilone davanti al giudice Anna Calabi – basta andare su google e digitare ‘islamico’ e si può leggere ‘aggettivo'”. Il titolo scatenò polemiche “strumentali – ha aggiunto – perché si cerca di far sparire il fatto che c’è qualcuno che ammazza in nome dell’Islam”.

Al di là di tutto, è gravissimo che qualcuno debba comparire in tribunale, in un paese cosiddetto democratico, per spiegare ai magistrati cosa intendeva dire. Per difendersi dalle accuse di avere una propria opinione: non importa quale.

Bastardi islamici.