Il buco dell’ozono si sta riducendo. E non era così piccolo dal 1988. È il risultato di una ricerca della Nasa.
L’aria più calda sopra l’Antartide, spiega la Nasa, aiuta a respingere sostanze come cloro e bromo che erodono lo strato di ozono. Il buco quest’anno ha raggiunto a settembre una dimensione massima di due volte e mezzo la superficie degli Stati Uniti. Un’estensione inferiore del 17% rispetto a quella del 2016.
Una dalle cause della riduzione è la serie di divieti all’utilizzo di clorofluorocarburi (Cfc), i gas maggiormente responsabili dell’erosione dell’ozono, proibiti a partire dal 1987 con la firma del Protocollo di Montreal. Proprio 30 anni fa il buco nell’ozono fu scoperto dagli scienziati. Da subito fu imputato ai clorofluorocarburi, gas utilizzati nei frigoriferi e nei condizionatori, di causare la riduzione dello strato di ozono sopra l’Antartide. Da lì in poi si aprì un dibattito mondiale sui pericoli del buco dell’ozono, con l’aumento dei rischi di cancro della pelle e di patologie degli occhi a causa della mancata protezione dai raggi ultravioletti. Si arrivò quindi al Protocollo di Montreal, firmato inizialmente da 24 Paesi. Ora quel numero è arrivato a 197 firmatari.
Il buco dell’ozono era un vero problema, che si sta risolvendo, anche, grazie alla messa al bando dei clorofluorocarburi. Il global warming è invece una cagata pazzesca: dipende dai cicli solari, l’impatto umano è trascurabile.