Ora la Marina libica invia clandestini in Italia

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Che l’accordo raggiunto dal governo italiano non eletto e quello di Tripoli non sia, per il blocco dei traghettamenti, ma piuttosto perché questo avvenga in modo ‘ordinato’ così da non ‘allarmare’ i cittadini italiani, visto che ormai il piano era troppo evidente anche per i più tardi, è chiaro.

Un triangolo. Soccorsi dalla Guardia costiera libica, consegnati alle navi militari italiane, trasbordati sull’Aquarius di Sos Mediterranée/MSF. È il nuovo racconto che arriva dalle coste libiche.

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Martedì sera, informa il portavoce della marina libica, l’ammiraglio Ayob Amr Ghasem, circa 120 clandestinti alla deriva a bordo di un gommone, sono stati soccorsi dalla Guardia costiera libica a «circa a due miglia dalla piattaforma petrolifera di Sabratha e 60 miglia a nord di Zawiya», ha precisato il portavoce che fa riferimento a una località a circa 50 km a ovest di Tripoli.

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E poi inviati in Italia.

Ora, per quale motivo dei clandestini soccorsi in acque territoriali libiche (addirittura entro 2 miglia dalla piattaforma petrolifera di Sabratha) vengano inviati in Italia, non si comprende se non nell’alveo di un accordo tra Roma e Tripoli.