I media Usa riferiscono che Sayfullo Habibullaevic Saipov è stato interrogato in ospedale, dove è ricoverato dopo un intervento chirurgico e si è detto “orgoglioso dell’attacco“, orgoglioso di avere ucciso 8 ‘infedeli’ e averne feriti altri 15.
Sul suo computer è stato ritrovato “materiale legato all’Isis“. L’Fbi ha perquisito al casa del killer. Si tratta di un appartamento con due camere da letto dove viveva con la moglie e due figli, a Paterson, New Jersey, cittadina con una grande comunità musulmana e una moschea che era già finita nel mirino della polizia. Saipov ha vissuto per un breve periodo in Ohio, dove ha sposato una ragazza uzbeka. Ha vissuto a Cincinnati nelle settimane seguenti al suo arrivo negli Stati Uniti e in Ohio avrebbe anche ricevuto la licenza per guidare camion. Poi si sarebbe poi trasferito in Florida, a Tampa, e più di recente in New Jersey. E’ fra questi due ultimi stati che si sarebbe diviso negli ultimi mesi.
Sayfullo Habibullaevic Saipov era autista per la multinazionale Uber: la società spiega che il killer ha superato tutti i controlli e ha lavorato per l’app di auto con conducente per 6 mesi, effettuando 1.400 corse.
Le indagini sull’attacco si ampliano all’Uzbekistan, paese di origine del killer. Secondo quanto riporta il Washington Post, gli investigatori uzbeki stanno raccogliendo materiale e intelligence sulle fazioni militanti nel paese per aiutare gli americani a completare il profilo del killer. L’Uzbekistan si è detto pronto a collaborare: il presidente uzbeko, Shavkat Mirziyoyev, ha fatto l’offerta d’aiuto in una lettera di condoglianze all’omologo americano, Donald Trump, in cui ha condannato come “estremamente brutale” l’attentato sottolineando che non esiste giustificazione per questo tipo di violenza. “Dal nostro lato, siamo pronti a usare tutto il nostro potere e le nostre risorse per collaborare con le indagini su questo atto terroristico”, ha affermato Mirziyoyev nella lettera, pubblicata sul sito web del ministero degli Esteri del Paese ex sovietico a maggioranza musulmana.
Il ministero dell’Interno uzbeko ha riferito che indagini sono in corso sulla cittadinanza dell’assalitore. La polizia americana non lo ha identificato pubblicamente, ma una fonte vicina alle indagini ha affermato si tratti di Sayfullo Saipov, 29 anni. Se sarà confermato che l’uomo sia uzbeko, si tratterà del quarto attacco in cui sono state uccise delle persone condotto da un cittadino del Paese o di una persona di etnia uzbeka. A Capodanno, un uomo uzbeko aveva fatto irruzione in una discoteca di Istanbul, uccidendo 29 persone. Secondo i media, l’uomo sarebbe immigrato negli Usa nel 2010 e avrebbe vissuto in Florida. Ad aprile, un uomo di origine uzbeka nato in Kyrgyzstan aveva causato un’esplosione nella metropolitana di San Pietroburgo, uccidendo almeno 14 persone. Nello stesso mese, un altro uzbeko aveva travolto con un camion la folla a Stoccolma, causando quattro decessi. Tutti questi attacchi sono stati rivendicati dallo Stato islamico.
C’è un grosso problema islamico nelle repubbliche ex sovietiche e in quelle, come la Cecenia, che ancora fanno parte della Russia. Molti, come gli assassini di Niccolò, il ragazzo italiano massacrato da Ceceni a Loret de Mar, ricevono asilo in Occidente perché in fuga dalle persecuzioni di Putin. Lasciateglieli perseguitare.