Il giocatore si chiama Finocchio, Facebook oscura il profilo

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Francesco Finocchio è un giocatore di calcio, attaccante del Renate, primo in classifica nel girone B di serie C. Ma per l’algoritmo di Facebook è una offesa omofoba vivente.

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Per averlo citato in un commento, il profilo Facebook di un tifoso del Padova, una delle squadre in cui il giocatore ha militato. Una parola che si trova nella “black list” dell’algoritmo che non fa sconti a nessuno. Perché siamo tornati al medioevo, solo che la religione attuale è il ‘politicamente corretto’.

“Ho saputo di questa cosa al termine di un allenamento. Ero con i miei compagni nello spogliatoio dello stadio. Ci siamo fatti tutti una risata, non volevamo crederci. I più coraggiosi, mettendo a rischio il loro profilo su Facebook, hanno subito digitato la parola incriminata ma, per fortuna, a nessuno è stato oscurato. Sono tutti ancora online. Pare però sia vero. Ho letto di questo tifoso del Padova e di altri. Mi spiace per loro”, parola di Finocchio. Il giocatore.

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“Non ho mai avuto problemi sui campi di gioco, con avversari e tifosi, per il mio cognome. Mai un insulto, mai un’allusione”, ma conferma l’aneddoto circolato proprio in questi giorni che risale agli anni in cui militava nella Primavera del Parma. Era in corso il derby con il Bologna e l’allenatore dei felsinei gridò a Francesco: “Finocchio, butta fuori la palla” per permettere l’ingresso dei sanitari in campo. Il tecnico fu espulso, poi fu chiarito l’inghippo e la sanzione cancellata. Un caso simile è accaduto in estate anche a Pisa dove milita Maikol Negro: le cronache locali narrano di alcuni profili di tifosi toscani cancellati proprio nei giorni dell’arrivo dell’attaccante leccese, oggetto delle discussioni virtuali. Sempre colpa dell’algoritmo “intelligente” (e antirazzista) di Facebook.