Troppi debiti, problemi economici. Non regge più. Non ce la fa più. Si sente di aver lottato al massimo, senza riuscire a farcela. E cade in quel mostruoso tunnel che è la depressione. Cerca di reagire. Nulla da fare. Allora, in un momento nero, senza luce, che può comprendere solo chi ha sofferto in maniera indicibile, scrive un biglietto. Dice che non ce la fa. Problemi economici. Ha solo 59 anni. Un’età difficile, in una società che non perdona. In un mondo del lavoro che non dà spazio alle cosiddette persone di “mezza età” senza occupazione. Lui, un friulano che vive in un paese della provincia di Udine, non sopporta più questa umiliante e difficilissima situazione.
Esce da casa. Sale in macchina. Si mette in testa un sacchetto di nylon, lo stringe al collo. E muore. Muore soffocato. Nelle campagne. Da solo ma in mezzo ai paesi, alla gente che intanto sta dormendo. Lo trovano lì, la mattina di ieri, giovedì 26 ottobre. Non c’è nulla da fare per lui, ormai. Questo è terzo suicidio in Friuli nell’arco di pochi giorni, senza contare quelli tentati.
Non si è accorto che c’è la ripresa e che i migranti gli avrebbero pagato la pensione. Distratto.
Se ascoltate quei deficienti di PD e sindacati, vi diranno che non si fa la guerra tra poveri. Ma sono appunto deficienti. Quando hai risorse limitate, prima aiuti il tuo prossimo, non il primo giovane africano in fuga dalla guerra in Siria.
Intanto la Serracchiani, la Bindi giovane del PD, non fa altro che approvare piani per aiuti ai ‘migranti’. Per gli italiani nulla. Solo un sacchetto di nylon, stretto al collo, per morire.