In classe ci sono solo Italiani, il PD la vuole chiudere

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Il razzismo contro i bambini italiani del partito di minoranza è ormai alla luce del sole. Dare il voto a Renzi è circonvenzione di incapace

​«La nostra scuola è un modello di integrazione, essere tacciati di razzismo fa male. Quelle classi non si toccano, qui non esiste nessun ghetto». A parlare è il preside Roberto Garroni, dirigente scolastico dell’istituto Iqbal Masih, la scuola pioltellese finita sotto i riflettori per avere separato in due classi alunni stranieri e italiani.

È successo alla scuola media di Seggiano, le classi finite sotto i riflettori sono due prime, le sezioni C e D. Subito è scoppiato lo “scandalo”.

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«L’anno scorso – racconta Garroni – non siamo riusciti a fare partire le prime medie del tempo prolungato perché le famiglie italiane, finite le primarie, portano i figli alle scuole di Segrate e Cernusco. Sono città più ricche dove la presenza di stranieri è più bassa. Quest’anno, un gruppo di sette famiglie ha accettato la sfida di restare qui. L’unica richiesta è stata quella di tenere i ragazzi tutti insieme. E così è stato, è stato un modo per tenere i ragazzi di Pioltello nella loro città».

«Il 95% dei ragazzi stranieri è nato in Italia: se ci fosse lo ius soli, sarebbero italiani a tutti gli effetti – un altro buon motivo per impedirlo e poi tornare allo ius sanguinis integrale – È una polemica nata dal nulla. La nostra è una bella scuola, la qualità è alta ed è riconosciuta da tutti. E la presenza di stranieri è una risorsa. Sono i pregiudizi della gente a creare il problema. Se avessimo formato una classe di 30 ragazzi, come avviene in altre scuole, nessuno avrebbe avuto nulla da dire, anche se dal punto di vista educativo sarebbe stato inefficace. Invece, aver formato due classi più piccole ha sollevato un polverone». Pioltello è la città italiana con il numero più alto di stranieri, nei quartieri Satellite e di piazza Garibaldi la presenza di immigrati supera l’80%. «Piazza Garibaldi è nel nostro bacino scolastico, abbiamo classi con il 69% di stranieri. La densità è alta, nessuno ci ha mai accusato di creare delle classi ghetto».

La separazione è l’unica vera garanzia di benessere e qualità. Sia della vita che nelle scuole. Perché se le scuole funzionano meglio non multietniche, perché per una società nel suo complesso dovrebbe essere lo stesso:

Anche gli insegnanti la pensano così. «È uno scontro tutto politico, ma noi a questo gioco non ci stiamo – aggiunge Basilio Prestileo, il vicepreside – Quando a maggio è arrivata la ministra Fedeli la nostra scuola era considerata un esempio di integrazione per tutta l’Italia. A ottobre, ci dicono che siamo razzisti».

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Al di là della notizia in sé, evidenzia una sostituzione etnica. Se non facciamo qualcosa, subito, tra pochi anni il problema sarà risolto: non ci saranno più italiani.




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