Boldrini, quando le si chiese conto del silenzio dopo gli stupri di Rimini, si difese sprezzante mentre era in vacanza, dicendo di non poter commentare ogni fatto di cronaca.
Poi è tornata dalle vacanze. E ha trovato il modo di solidarizzare per il presunto stupro subito dall’attrice Asia Argento un paio di decenni fa. Per carità, tutto giusto, anche se ‘ricordarsi’ di una violenza sessuale subita molti anni prima non è il massimo. Soprattutto per la figlia di un importante regista che non avrebbe avuto difficoltà a denunciare.
Comunque sia. Boldrini è ora ripiombata in un assordante silenzio. Non una parola per l’uomo sgozzato da un nigeriano a Torino. Non una parola, ieri e oggi, per la bambina violentata a turno da due profughi ad Ascoli. Ieri, non vent’anni fa.
A questo punto è più che evidente lo strabismo etnico di Boldrini. Nei rari casi in cui la vittima o molto presunta tale, è un migrante, come nel caso di Fermo, lei accorre. Quando la vittima, come sempre, è un italiano, anche se femmina, lei tace. E chi tace, Boldrini, acconsente.