Marocchini uccidono anziana, Procuratore minaccia giornalisti: “Non specificate loro etnia”

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Che magistrati e funzionari del governo nascondano i crimini degli immigrati, e che quindi le già clamorose statistiche sui reati che commettono siano ampiamente sottostimate, lo sapevamo, che un procuratore si permettesse di ‘bacchettare’ chi le chiede la nazionalità di tre assassini è però francamente sorprendente. Anche per una categoria sempre più eversiva.

E’ il caso della conferenza stampa a seguito di questo delitto:

RAGAZZI MAROCCHINI ENTRANO IN CASA E MASSACRANO ANZIANA

Tanto sorprendente da scandalizzare perfino il giornale locale:

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Il Procuratore ha spiegato: “Si tratta di figli di famiglie provenienti dal Marocco, ma che sono pienamente inserite nel contesto socio-economico produttivo modenese”. Riguardo ai tre fermati – che al momento è ovviamente prematuro definire colpevoli – la dottoressa Musti ha sottolineato come appartengano “a famiglie regolari e normali. Sono ragazzi normali, avrebbero dovuto iniziare alla fine di ottobre un corso di formazione professionale. Quindi sono ragazzi che hanno studiato, potrebbero anche essere figli nostri”, ha aggiunto.

Questo discorso per introdurre la propria preoccupazione sul modo in cui la notizia poteva essere diffusa e interpretata: “Quindi nessuna speculazione su magrebini, su islamici, su persone irregolari, nessun tipo di speculazione perchè purtroppo le cronache sono ahimè ricche sopratutto in questo periodo di morti assurde e di aggressioni assurde, da parte di giovani figli nostri, cioè figli di italiani – ha aggiunto – Il fatto che si tratti di persone di nazionalità marocchina non ha alcuna particolare rilevanza, se non per indicare che provengono da uno stato diverso dal nostro”.

“A questo tengo molto e spero venga dato adeguato spazio onde evitare trasmissioni televisive che possano speculare su questo argomento, ovvero interrogazioni e quant’altro – ha messo le mani avanti il Procuratore, che poi ha precisato – Bisogna sapere che sono ragazzi pericolosi, perchè il Pubblico Ministero ha emesso un fermo, ragazzi che dovranno pagare quello che avranno fatto […] Sarà il giudice a dover valutare il nostro operato e quello dei Carabinieri”.

Il racconto dell’efferato delitto di Finale – del quale la Procura ha deciso di dare notizia ancora prima della convalida del fermo, contrariamente a quanto avviene in altre situazioni – non può quindi esimersi dal citare l’origine nordafricana delle famiglie e dei tre ragazzi indagati. Senza chissà quale accusa, ma come semplice elemento rilevante di questa drammatica vicenda. Così come non si può ignorare che esiste un problema legato ai giovani immigrati di seconda generazione, che purtroppo compaiono con eccessiva frequenza sulle pagine della cronaca quotidiana modenese.

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Non solo modenese. Di tutta Italia. E il fatto che siano figli di famiglie integrate o presunte tali, rende l’atroce delitto ancora più allarmante. Cosa che evidentemente sfugge al procuratore tutta tesa a scusare l’identità etnica degli assassini. Perché significa che questa è la loro normalità. Che il figlio del migrante che va a scuola con tuo figlio potrebbe essere uno di loro. Che loro, i figli loro, hanno un concetto della vita umana antitetico il nostro.

Come si vede, il fatto che abbiano studiato, non muta la loro natura, ma li rende candidati perfetti allo ius culturae che Alfano vorrebbe tanto votare al posto dello ius soli.