1 MILIONE DI FINTI ITALIANI IN 10 ANNI, SENZA IUS SOLI

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Numeri da angoscia. Numeri da sostituzione etnica. Numeri che ci impongono di bloccare lo ius soli, ma una volta scampato l’esiziale pericolo, di tornare subito allo ius sanguinis integrale: perché già con la legge attuale tra pochi anni saremmo fottuti.

La fotografia del fenomeno dell’immigrazione in Italia restituisce dati che parlano da soli: nel 2015 e nel 2016, anni in cui in Italia e in Europa ha cominciato a infuriare seriamente il dibattito sull’accoglienza dei profughi, il numero di nuovi cittadini ha superato rispettivamente di 24mila e 20mila unità quello degli sbarcati negli stessi anni. Gli sbarchi più pericolosi sono quelli dai ventri delle loro donne.

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Le acquisizioni di cittadinanza, più nello specifico, sono passate da 35mila del 2006 a 101mila nel 2013, 130mila nel2014, 178mila nel 2015. Due anni fa, quindi l’Italia è salita sul podio della sostituzione di popolo, detenendo il primato di Paese europeo che concede la propria cittadinanza agli stranieri. Seguono Regno Unito, Spagna, Francia, Germania, Svezia, Belgio e Paesi Bassi.

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Sommando i dati dal 2002 al 2016 i cosiddetti nuovi italiani sono stati oltre un milione (per l’esattezza 1.068.654), mentre i clandestini giunti via mare sulle nostre coste 792.287. Oltre la metà di loro ha meno di 20 anni. Albanesi e marocchini sono le etnie che più di tutte rappresentano questi nuovi cittadini di carta.

O li fermiamo ora. O non li fermeremo più.