“Curia ladrona Multedo non perdona”, la rivolta di Genova contro la mafia vaticana

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“Curia ladrona Multedo non perdona”. “Multedo non si piega alla mafia ecclesiastica”. “La vostra carità solo in nome di Dio $”. “Siamo realisti non siamo razzisti”. “Non temiamo l’uomo nero noi temiamo l’abito nero”. “Non volete vedere non volete ascoltare ma non riuscirete a farci fermare”. “Rivogliamo il nostro asilo”. “Senza asilo noi siamo…ma le tasse le paghiamo”.

La mobilitazione di anziani, donne e bambini del quartiere non si ferma. Il popolo di Multedo dice ancora NO al centro per giovani maschi africani in fuga dalla guerra in Siria imposto dalla Prefettura, in collaborazione con la Curia.

I primi 12 su almeno 50 africani, tutti giovani e maschi (qualcuno su Facebook ha parlato di un centinaio di brandine già pronte nell’ex asilo per altri migranti), sono arrivati a sorpresa giovedì pomeriggio.

Ieri mattina alcuni residenti, che hanno visto calpestati i loro diritti e vanificati i sacrifici di una vita per l’acquisto di un appartamento in zona, purtroppo per forza di cose irrimediabilmente svalutato, hanno simbolicamente “chiuso” la strada privata con una catena, poi rimossa con l’intervento della polizia su richiesta di un rappresentante della Curia: “La strada è anche nostra”.

C’é anche chi ha invitato l’arcivescovo di Genova, Cardinale Angelo Bagnasco, ad uscire dai palazzi del potere e scendere a Multedo: “Caro Cardinale Bagnasco proprio per un confronto quotidiano con realtà che già hanno siti con migrati siamo più che timorosi. Non viviamo come lei una vita altolocata, prendiamo tutti i giorni l’autobus per andar a lavorare, compriamo nei mercati rionali, viviamo la strada come lei non potrà mai fare ed è per questo che la nostra esperienza è più veritiera di quanto lei potrà mai immaginare. Si spogli del suo abito, delle sue ricchezze e scenda a vivere con noi, capirà meglio, dopo qualche mese, cosa significa vivere come noi ed aver timore di quello che potrebbe e ripeto potrebbe succedere”.

Ieri pomeriggio, inoltre, i manifestanti si sono nuovamente riuniti in via Reggio all’uscita del casello autostradale di Genova Pegli. Stavolta, però, hanno deciso di non “bloccare” il traffico veicolare andando avanti ed indietro sulle strisce, ma hanno esposto vari striscioni.

“Perché 30 bimbi non vanno bene e 12 migranti sì?”. Ingenui. I profughi rendono più della droga, di certo più dei bambini. E poi i bambini di oggi sono troppo svegli, ‘certe cose’ non gliele puoi più fare.

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La battaglia per liberare l’ex asilo e riconsegnarlo agli alunni del quartiere va avanti. Quelli per Multedo non mollano.

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La catena dobbiamo metterla alle frontiere. E liberare Roma dal cancro che la sta uccidendo. Quel cancro non si chiama solo Pd, si chiama anche Vaticano. Il Cristianesimo è un’altra cosa.

Del resto con i nuovi 18 maschi africani in fuga dalla guerra in Siria la Chiesa di Genova è arrivata alla mostruosa cifra di 400 profughi. Almeno 50 di loro sono stati ospitati direttamente nel seminario arcivescovile.

Attraverso la Caritas e l’Ufficio diocesano Migrantes la Chiesa genovese cura gia’ l’accoglienza di 50 profughi in una struttura di San Martino. Altri 42 li ospita in una struttura diocesana in via del Campo. Presso il Monastero nel quartiere di San Fruttuoso ne accoglie 15. A Di Negro ne ospita 85. Altri sono ospitati dalle Suore Gianelline che hanno accolto nella loro Casa Provinciale in Salita del Monte 23 persone. Il Rettore del Santuario delle Tre Fontane a Montaggio ospita stabilmente 30 giovani provenienti da Paesi africani e asiatici. Il Ceis (Centro di Solidarieta’ di Genova) ne sta accogliendo 16 a Fassolo, 33 a Campo Ligure e a Genova. Inoltre, attraverso l’Aub, ospita a Genova 50 profughi.

Non solo. Almeno 7 preti ospitano in canonica giovani maschi africani. Le parrocchie sono l’Annunziata di Pedemonte di Serra Riccò , la parrocchia di Isoverde, San Giacomo di Cornigliano, le Grazie di Sampierdarena, la Vittoria di Oregina, Nostra Signora Assunta di Sestri e le Vigne nel cuore del centro storico.

Don Gianni Grondona, a Oregina, dà ospitalità a sei giovani. «Tutti sono impegnati in progetti di borse-lavoro, partono al mattino e tornano alle sei di sera e nessuno li vede con le mani in mano. E, racconta il sacerdote «qualcuno avrà il posto fisso al termine della “borsa”: come Lucas che viene dalla Nigeria e sarà assunto presso un ristorante».
A San Giacomo di Cornigliano, don Andrea Perini ospita venti giovani, «Qui c’era un vecchio convento di frati ormai vuoto. Lo usavamo per attività parrocchiali, oggi le celle dei frati sono diventate piccole camere. E delle difficoltà burocratiche si è fatto carico monsignor Martino».

Monsignor Andrea Parodi, all’Assunta di Sestri, ha sicuramente meno spazio a disposizione: «Però quattro posti li abbiamo trovati».

Tutta questa ‘solidarietà’, si traduce in 35 euro al giorno a ‘profugo’, 5.110.000 euro di incasso all’anno. Se invece saranno cento, come molti denunciano, allora si arriverà a 500 fancazzisti e l’incasso della Curia salirà. E sarà poi investito in altre strutture per ospitare altri fancazzisti che a loro volta faranno ulteriormente salire il conto. Così, in un osceno business senza fine.

Molto più di 30 denari. E poi, ovviamente, ci sono altri tipi di pagamenti molto spesse saliti all’onore delle cronache.