20 ottobre 1944. 38 bombardieri B24-B27 si alzarono in volo dall’aeroporto di Castelluccio di Foggia, rotta senza verso il Nord Italia.
Nel mirino, gli impianti industriali di Milano. Il 15° Air Force Bombing Command di Doolittle (l’uomo che dopo Pearl Harbour aveva bombardato Tokyo) aveva come possibili obiettivi l’Isotta Fraschini, la Pirelli e la Breda.
Alle 11,15 superata gli aerei si preparavano a scendere con una virata nord sud di nuovo verso il capoluogo (sarebbero già stati in scia per il ritorno): di caccia tedesca e italiana nemmeno l’ombra, lo stesso per la contraerea.
Anche i bambini della scuola elementare «Francesco Crispi» di Gorla (allora borgo periferico di Milano sul Naviglio Martesana) erano dalle 8 in classe. Sul tetto della scuola elementare frequentata da poco più di 200 bambini spiccava una croce bianca. Non servì.
Alle ore 11.29 viene centrata in pieno la scuola: 184 bambini fra i 6 e i 12 anni e una ventina fra insegnanti, preside e bidelli. Tutti morti.
Anche allora c’erano le ‘bombe intelligenti’ che sbagliavano. Anche allora si esportava la democrazia.
Nel 1947 i genitori di quei piccoli morti vollero erigere a loro spese un monumento, opera dello scultore Remo Brioschi, con i marmi donati da La Rinascente e l’acciaio donato dalla Falck.