Vescovo Trapani: sesso, profughi e attici di lusso con i soldi dei bimbi malati

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Il vescovo di Trapani Francesco Miccichè, sollevato dal suo incarico nel 2012 da Papa Benedetto XVI, comprava attici con i soldi dei bambini malati.

Emerge dall’inchiesta della Procura di Trapani. Miccichè avrebbe acquistato nel 2008 un attico al quarto piano in piazza Barberini a Roma. Il prezzo era decisamente sottostimato se considerata la posizione del residence di lusso: 760mila euro, più 30mila di notaio.

Dichiarando l’utilizzo ai fini di culto non pagò nemmeno l’imposta di registro. Per farlo usò gli 800mila euro della Fondazione Campanile, una delle più importanti realtà di assistenza della Sicilia.

Il Nunzio apostolico Plòtti, inviato da Benedetto a indagare, ha denunciato ai pm: “Ho rilevato una serie di operazioni sfavorevoli alla Diocesi, di scarsa comprensibilità, quali le cessioni in comodato gratuito di immobili reimpiegati in strutture alberghiere. Devo dire che ho rilevato una gestione personalistica della Diocesi di Trapani che ho trovato in stato di grave dissesto economico con una totale spoliazione dei suoi beni”.

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E’ la stessa diocesi di don Librizzi, il direttore della Caritas di Trapani alle dirette dipendenze del vescovo:

PRETE CARITAS, SESSO COI PROFUGHI IN CAMBIO PERMESSO: “CHIAMAMI PADRE E FAMMI GODERE”

Si divertivano. Sesso, profughi e attici di lusso.