La vicenda è quella che abbiamo denunciato giorni fa:
Accusata dai media radical chic per avere tolto la sua bambina da una classe senza italiani, ha spiegato.
Ha raccontato il disagio – dolce eufemismo – suo e di sua figlia nel vivere ghettizzata in una classe multiculturale: “Erano tutti di razze diverse rumeni, marocchini, turchi, filippini, cinesi, portoricani. Lei era l’unica italiana e veniva emarginata dagli altri bambini”.
Guai parlare di ‘razza’ a quelli di Rai3, pagati per propagandare una realtà onirica: “alla fine veniva esclusa dagli altri bambini, perché quando faceva ricreazione lei era l’unica che si doveva integrare in mezzo agli altri bambini stranieri. Alla fine noi viviamo in Italia…”.
Già, viviamo in Italia. E ci siamo rotti. Anche di quelli dei giornalisti radical chic.
“Il mio problema non sono i bambini – spiega la donna – perché tutti i bambini sono uguali. Il problema sono i genitori e come li educano. Mia figlia aveva invitato molti bambini a casa per fare i compiti insieme, solo che è sempre stato un ‘no’ continuo perché lei non era della loro stessa religione. Come noi da piccoli abbiamo fatto i compiti con altri compagni di scuola a lei le era proibito perché non era della stessa religione, ma era di religione cattolica”. “Era ghettizzata?”, chiede la conduttrice. “Esatto, gli unici amici che poteva farsi erano quelli del catechismo”.