La povera Yara Gambirasio nel dossier dei pedofili online

Vox
Condividi!

Ci sono anche riferimenti a Yara Gambirasio, la 13enne di Brembate scomparsa a fine 2010 e trovata morta nel febbraio del 2011, nell’inchiesta della polizia Postale del Trentino-Alto Adige, coordinata dalla Procura di Trento e chiamata “Black Shadow”, che ha portato all’arresto di 10 persone (gli indagati sono 48).

Gli investigatori hanno trovato sul computer di uno degli arrestati una sorta di “dossier” di circa 40 pagine sulla ragazzina, con fotografie accanto a preghiere blasfeme e filastrocche.

L’uomo che aveva le immagini di Yara è un 53enne di Rimini, e la vicenda del presunto “dossier” su Yara verrebbe ora seguita dal pool difensivo di Massimo Bossetti, l’uomo condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara.

VERIFICA LA NOTIZIA

Partita da Trento, l’inchiesta “Black Shadow” ha svelato una lunga catena di presunti pedofili che si nascondeva nel Web, scambiandosi immagini e comunicando grazie a programmi di messaggistica istantanea. L’indagine è nata con l’arresto di un uomo di 38 anni residente in val Pusteria, in Alto Adige, fermato nel febbraio del 2016: l’uomo era stato trovato in possesso di una mole impressionante di materiale digitale (circa 4 terabyte di foto e video) con esibizioni pornografiche di bambini di età compresa tra i 3 e i 12 anni.

Vox

Le dichiarazioni rese dall’arrestato, che aveva detto di avere scaricato i file navigando su Internet da soggetti dei quali non era in grado di indicare generalità o ulteriori elementi utili alla loro identificazione, hanno insospettito gli investigatori informatici, che hanno individuato tra le prove digitali un utilizzo massiccio del Voip, oltre a una rubrica composta da numerose decine di contatti.

Di questa rete faceva parte un magistrato, il che spiega come mai molti casi finiscano per non trovare un colpevole.

Finché la Polizia Postale dovrà perdere tempo a seguire le demenziali denuncie di Boldrini e C. contro chiunque scriva male di lei su Facebook o a cacciare immagini ‘fasciste’ sul web, non avrà mai la possibilità di concentrare le proprie risorse contro questa oscenità.

Ma è voluto. Perché la rete dei pedofili arriva fin dentro i palazzi della politica.