Paese in rivolta, fiamme in palazzina dei profughi

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Un intero paese contro, ma l’odore dei soldi è troppo dolce, e la coop dice che andrà avanti, nonostante gli incendi e le proteste

I residenti di Guardamiglio contro l’arrivo, a giorni, di 12 giovani maschi africani in fuga dalla guerra in Siria, e qualcuno di loro si è stufato di protestare a voce, con un governo che si fa beffe delle opinioni dei cittadini, e ha deciso di protestare con il fuoco la scelta della prefettura di Lodi di ospitare in un’ex carrozzeria di via Dosso un contingente di coloni africani.

Il primo episodio nella notte fra il 29 e il 30 settembre. I piromani danno fuoco agli scatoloni con i materassi e le coperte che la coop sociale milanese Adomicilio srl sta ammassando al pianterreno, usando come «miccia» uno straccio infuocato lanciato dall’esterno. Ma i vigili del fuoco spengono il rogo in meno di due ore.

E allora ci riprovano. Il secondo episodio all’alba del 9 ottobre: qualcuno penetra all’interno della palazzina — che la ditta piacentina proprietaria dell’immobile sta rendendo abitabile — sfondando una finestra. Poi fa irruzione nell’appartamento al primo piano e dà fuoco. Bruciano letti, materassi, tende, perfino la dispensa con i generi alimentari. I mobili vengono distrutti a picconate.

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Il sindaco Elia Bergamaschi è preoccupato. Da due mesi circolavano voci sui profughi in paese. Sempre smentite come ‘bufale’: «Ma soltanto pochi giorni prima dell’incendio — racconta — la prefettura mi ha convocato per informarmi del loro arrivo, e dopo numerose insistenze da parte mia perché la situazione stava degenerando, con accuse sui social e perfino offese all’amministrazione e alla mia persona. Ora questi episodi: è allucinante».

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L’immobile è sotto sequestro per le indagini condotte dalla Procura di Lodi e i carabinieri di Codogno. L’arrivo dei finti profughi è rimandato.

«Un gesto gravissimo — commenta il capo di gabinetto della prefettura di Lodi, l’agente viaggi dei giovani maschi africani Francesco Ramunni —, tanto che il prefetto (Patrizia Palmisani, ndr) ha ritenuto necessario convocare un vertice con le forze dell’ordine. Ma il progetto va avanti». Il progetto va avanti.

La coop sociale, che gestisce già una decina di centri d’accoglienza tra Pavese, Bresciano e Brianza, non intende fare passi indietro, business is business: «Non ci facciamo impaurire da questi metodi — assicurano il presidente e il responsabile progetti di Adomicilio Flavio Mantovani e Andrea Pellegata —. Aspettiamo il dissequestro dell’immobile per le riparazioni. Basteranno pochi giorni». Ma gli arredi sono da buttare. «Gesti criminali», chiosa il segretario lodigiano del Pd Fabrizio Santantonio.

Scaricano africani in Italia perché c’è la guerra in Siria. Per ognuno di loro spendiamo 35 euro al giorno. Gli affaristi delle coop gestiscono decine di centri facendo soldi con la sostituzione etnica. I Prefetti invece di pensare alla sicurezza dei cittadini si occupano di trovare case vacanza ai maschietti africani: chi è il delinquente? Lo Stato e tutti i suoi rappresentanti. Da Mattarella all’ultimo dei prefetti. Poi si meravigliano se, visti gli stupri di massa e lo spaccio, qualcuno prende l’iniziativa per non averli davanti casa propria.

Detto questo, Vox lo dice chiaramente: ‘non‘ si dà fuoco alle palazzine che devono ospitare i giovani maschi africani in fuga dalla guerra in Siria.