Anche carte prepagate ai profughi: “Così saranno più autonomi”

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Duo giorni fa la protesta dei profughi africani in fuga dalla guerra in Siria, che esigevano soldi contanti al posto del cibo, un’offesa per loro che fuggono anche da fame e disperazione:

PROFUGHI ASSERRAGLIATI IN HOTEL: “BASTA CIBO, VOGLIAMO CONTANTI”

Oggi la notizia che quelli del PD sono pronti ad accontentare questa bizzarra richiesta: «La situazione è tornata alla normalità. Il nostro Comune ha dimostrato che governa i processi difficili in ambito sociale, si raccoglie ciò che si semina. I migranti sono contenti che l’amministrazione sia presente come garante». L’importante è che i migranti siano contenti.

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All’indomani della protesta, Franco Marchetti sottolinea quanto la mediazione dell’amministrazione comunale e degli operatori della Croce Ro$$a sia stata fondamentale per rasserenare gli animi. Ieri mattina il vicesindaco è tornato nel centro di accoglienza per dialogare con i fancazzisti che l’altro giorno si erano barricati nella struttura, chiedendo soldi al posto del cibo.

«Hanno capito che la legge non lo prevede. La loro richiesta nasce non da una critica al cibo offertogli, ma dal desiderio di poter inviare più soldi alla famiglia che hanno lasciato. Gli è stato spiegato che ciò non è possibile – dice Marchetti senza vergognarsi di quello che sta dicendo –. La buona accoglienza dà i suoi frutti anche nei momenti di criticità. La Croce Rossa si è impegnata a rispondere alle problematiche segnalate». Le famose famiglie che hanno lasciato sotto le bombe.

Ieri mattina una ditta incaricata dalla Croce Rossa Italiana, ente gestore dell’ex convento delle dominicane, ha effettuato a spese dei contribuenti interventi di manutenzione programmati da tempo, come su alcuni bagni che necessitavano di lavori. In queste ore sono in fase di installazione i piani cottura elettrici per cucinare e riscaldare il cibo. Al vaglio l’ipotesi di concedere un buono spesa da spendere in determinati negozi: insomma, una carta prepagata ai fancazzisti africani oltre, ovviamente, tutto il resto e la paghetta quotidiana da profugo.

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Antonio Cerrai, l’affarista e presidente della Cri pisana, afferma che le attività del centro sono riprese regolarmente: «Monteremo sicuramente delle piastre ad induzione, come quelle che ci sono nei campeggi, così chi arriva tardi al momento dell’erogazione del pasto, può riscaldarlo. Forniremo loro delle pentole adatte – dice Cerrai –. Valuteremo l’ipotesi del buono spesa o se fornire loro prodotti etnici diversi dai nostri, per andare incontro alle loro richieste».

Tutto per il cliente. Tanto pagano gli italiani. La Croce Rossa è diventata un tumore. Un tumore che cresce nutrendosi, come Caritas e Ong varie, di ‘accoglienza’.