Malato di tumore a 22 anni: Inps toglie stipendio, non è mica profugo

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Bandi di milioni di euro per mantenere in hotel 517 fancazzisti africani in fuga dalla guerra in Siria, lui abbandonato dal cosiddetto ‘Stato’ perché è malato di tumore

L’Inps considera esaurito il suo diritto alla malattia retribuita e la sua azienda, la Siropack Italia di Cesenatico, interviene continuando ad erogargli lo stipendio, rifiutando anche la proposta dei colleghi di pagarlo con una colletta. A rendere nota la vicenda è l’azienda stessa, che si schiera a fianco del proprio dipendente e critica quanto stabilito dall’INPS , che ha deciso la sospensione dello stipendio a partire da settembre 2017.

Il giovane, che tra un mese compirà 22 anni, è un ragazzo che da gran parte della sua vita deve lottare contro una grave malattia. Sin dall’età di 11 anni infatti è affetto da Sarcoma di Ewing, una forma tumorale che si sviluppa prevalentemente a livello osseo. Nonostante i lunghi periodi dedicati alle terapie, è riuscito ad ottenere il diploma presso l’Istituto Professionale “U. Comandini” di Cesena e nel febbraio 2016 è stato assunto dall’azienda Siropack Italia S.r.l. di Cesenatico, con la mansione di terminalista.

“Prima che sopraggiungesse l’obbligo di assumere una persona diversamente abile, non abbiamo avuto dubbi a puntare su di lui, nella convinzione che il lavoro potesse dargli un ulteriore stimolo per continuare a combattere la sua battaglia personale – affermano i titolari di Siropack Rocco De Lucia e Barbara Burioli – è un ragazzo infinitamente disponibile e positivo, per questo la sua presenza ha rappresentato, fin dal suo arrivo, un valore aggiunto per tutta l’azienda”.

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Purtroppo, nel marzo scorso, l’evolversi della malattia ha costretto il ragazzo a sottoporsi ad un intervento di rimozione di un polmone, dando inizio ad una lunga e delicata convalescenza, tuttora in corso, sotto le cure dell’IEO di Milano e dell’IRST di Meldola, con cui Siropack collabora da ormai da due anni tramite l’Istituto Oncologico Romagnolo, di cui sostiene vari progetti di ricerca. In questo contesto, nonostante il giovane necessiti di tempo per proseguire il suo percorso di recupero, l’INPS è intervenuta azzerando lo stipendio che Siropack versava regolarmente al proprio dipendente, a partire dalla busta paga di settembre, considerando terminati i giorni di malattia concessi. Come se la sua fossa un’influenza.

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“La nostra azienda considera quanto subito dal giovane una profonda ingiustizia – commentano Rocco De Lucia e Barbara Burioli – Siamo rimasti commossi dalla sensibilità dei nostri circa 30 dipendenti, che si sono resi subito disponibili al pagamento di una colletta, ma abbiamo stabilito che sarà la proprietà a provvedere al suo sostentamento, là dove gli organi preposti alla tutela dei lavoratori hanno deciso di voltare le spalle a chi si trova nel bisogno”. Per i titolari si tratta di “un atto arbitrario e lesivo nei confronti di un ragazzo che sta combattendo contro un tumore e che, come tutti i suoi coetanei, nella quotidianità deve affrontare spese, anche importanti, e progettare il suo futuro”.

“Nei periodi in cui il suo stato di salute gli ha permesso di svolgere la propria mansione all’interno della nostra azienda, si è dimostrato un lavoratore volenteroso, nonché un ragazzo umile e generoso – concludono i titolari di Siropack – per questo non possiamo permettere che questa decisione renda ancor più difficile la sua situazione. Agiremo con tutti i mezzi a nostra disposizione per sostenerlo e dimostrargli la nostra vicinanza, ed allo stesso tempo sensibilizzare le autorità competenti affinchè i lavoratori come lui possano essere trattati con maggiore umanità”.

A Cesena ci sono intanto 517 giovani maschi africani della sua età. Loro non lavorano, ma lo stipendio da profugo lo prendono uguale, molti da più di 3 anni, in forma di vitto, alloggio, paghetta per gli stravizi, sigarette, assistenza sanitaria, schede telefoniche più tutti i servizi di biancheria e vestiti nuovi. Perché sono sbarcati e perché non sono italiani.

Ecco, la “colpa” di questo ragazzo è essere italiano nell’Italia governata dai non eletti dietologi del PD. Quelli che fanno lo sciopero della fame per mantenere i figli degli immigrati, e se ne sbattono dei figli, disabili, degli italiani.