60 casette costruite a tempo di record, per i terremotati? No, per i profughi

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Arrivano le casette per i profughi africani e pakistani in fuga dalla guerra in Siria e ospitati alla caserma Cavarzerani. Sono iniziati lunedì mattina i lavori per la costruzione di circa 60 prefabbricati che andranno a sostituire la tendopoli. Questo per quelli che si chiedono come mai, le casette ai terremotati stanno arrivando con troppa lentezza: altri impegni.

Le nuove soluzioni abitative saranno pronte entro Natale. Un’operazione da 800 mila euro a carico dei contribuenti che cambierà completamente volto alla struttura militare di via Cividale. Trasformando l’accoglienza temporanea dei fancazzisti in colonizzazione strutturale.

Il prefetto di Udine, il fantasmagorico agente viaggi Vittorio Zappalorto: «Saranno abitazioni provviste di luce, riscaldamento e servizi igienici. Saranno alloggi temporanei sicuri, collaudati e confortevoli». Ogni confort per il compagno clandestino.

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Le casette, molto simili a quelle utilizzate nel centro per i profughi di Gorizia, potranno ospitare dai 4 agli 8 migranti «e – specifica il rappresentante del governo – saranno mobili, ovvero sarà possibile utilizzarle per altre emergenze che non riguardano solo la questione dei richiedenti asilo, ma anche eventi imprevisti come i terremoti e quindi a disposizione della protezione civile su tutto il territorio nazionale». Ah, quindi potevano essere già utilizzate. Ma no, vanno ai ‘profughi’.

Gli operai lunedì mattina hanno preso visione del cantiere in cui opereranno per circa due mesi. L’area sarà recintata e «tra una settimana – dichiara Zappalorto – inizieranno i lavori di scavo per gli allacciamenti delle fogne, dei cavi elettrici e della fornitura di gas».

La tendopoli, allestita in questi due anni e che ha ospitato una parte dei mille richiedenti asilo, verrà smontata completamente. La palazzina che fungeva da dormitorio sarà trasformata in un laboratorio dove si terranno i corsi organizzati dagli artigiani. Alcune stanze saranno riadattate per l’insegnamento della lingua italiana, altre, invece, per l’infermeria.

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Lo scopo di questa metamorfosi è quello di potenziare l’attività didattica che è sinonimo anche di integrazione. La Regione ha recentemente rifinanziato i progetti per i corsi di artigianato. Al termine delle lezioni al richiedente asilo è consegnato un diploma di frequenza. Finora sono stati formati 200 immigrati che hanno seguito corsi per un totale di 160 ore per diventare muratori, idraulici, elettricisti e falegnami. Insomma, per sostituire i nostri disoccupati.

Si sta allargando, nel frattempo, l’azione della prefettura che mira a un’accoglienza diffusa: «Abbiamo notato negli ultimi mesi – dice il prefetto – una maggiore sensibilità da parte dei sindaci che hanno deciso di prendersi a carico una quota minima di richiedenti asilo. Stiamo concludendo accordi con Cervignano, Tolmezzo, Aiello, Ruda e Bicinicco».

A metà novembre, invece, verrà assegnato il bando per la gestione della Cavarzerani.
Nella convenzione è compreso anche il pocket money per gli stravizi quotidiani, l’acquisto di schede telefoniche, sigarette, medicinali e biglietti dell’autobus e altro ancora. Tutto per i fancazzisti.

Stato di merda.