Trieste, soldi spesi per i profughi: chiude centro per disabili

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Centro disabili verso la chiusura: direttrice pronta a sciopero della sete e della fame

«Farò lo sciopero della sete e della fame, che per una persona come me è particolarmente pericoloso, per far sentire la voce di chi si è messo al servizio del cittadino che ha bisogno». Così dichiara Daniela Maizeni, direttrice del centro disabili “Vado – vicino alla disabilità” ai microfoni di Telequattro, decisa a protestare contro la carenza di fondi che rischia di portare la struttura al fallimento.

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Nel 2015 Maizeni, dopo essere diventata portatrice di handicap, ha fondato la Onlus che ha sede in Corso Italia 21 a Gorizia e si occupa del recupero funzionale di persone affette da disabilità. L’associazione funzionava grazie all’appoggio finanziario di un’ente benefico, ma oggi quella fonte è venuta meno e il centro fisioterapico (ormai punto di riferimento per moltissime persone) è a forte rischio di precarietà.

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«Noi proseguiamo ciò che la struttura sanitaria convenzionata non fa più: tutto ciò che è convenzionato ha un termine, dopodiché il cittadino è abbandonato e si deve arrangiare. Noi abbiamo persone in sedia a rotelle o colpite da ictus, Parkinson e anche persone che non avrebbero avuto una casa. Io questa casa l’ho data». In questo centro operano professionisti della fisioterapia e delle sciene motorie, è attivo anche un ambulatorio medico e ora la responsabile rivolge il suo appello a banche e privati: «Aiutate un ente che deve proseguire e la dimostrazione sono le 200 persone associate che vengono da me e che mi stanno ringraziando ogni santissimo giorno per quello che abbiamo fatto».

Ma intanto il governo regionale ha destinato ai fancazzisti afroislamici che gozzovigliano a Trieste e dintorni circa 400 mila euro. Se questi soldi fossero destinati invece ai disabili, si potrebbero diversi di questi centri e aiutare centinaia di disabili.