Giappone respinge immigrati: “Meglio i robot, non portano malattie” – VIDEO

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I robot saranno la rivoluzione dei prossimi decenni. Nulla sarà come prima. La presenza nel mondo del lavoro sarà così invasiva, che saranno persi milioni di posti di lavoro: per questo dobbiamo smettere di importare immigrati. Non ce n’è bisogno. Il futuro sarà sempre più avaro di lavori, la stessa produzione di oggi sarà possibile con la metà dei lavoratori attuali.

In Giappone lo hanno già capito, e hanno deciso di affrontare il calo demografico con il massiccio investimento nella robotica e zero immigrazione.

Nel 2017 nel Paese è previsto un aumento degli investimenti nelle macchine pari al 17,5%. A riferirlo è un rapporto della Bank of Japan, di cui ha dato conto l’agenzia di stampa internazionale Reuters. “La percentuale di spesa dedicata a diventare più efficienti sta aumentando a causa della mancanza di lavoratori”, ha dichiarato Seiichiro Inoue, direttore dell’ufficio per la politica industriale del ministero giapponese dell’Economia.

Oggi in Giappone i tassi di natalità più bassi hanno generato un invecchiamento precoce della popolazione e una diminuzione della forza lavoro molto simile a quella italiana ed europea: ma la risposta è stata opposta. E le giapponesi ringraziano. La criminalità è praticamente assente. Il degrado non esiste.

Il modo in cui il Paese affronterà i problemi – relativi – causati da una popolazione che invecchia sarà di esempio anche per altre popolazioni limitrofe, tra cui la Cina e la Corea del Sud, che dovranno affrontare simili sfide nei prossimi anni.

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Addio immigrati, ora la frutta la raccolgono i Robots – VIDEO

Il Giappone non ci pensa nemmeno ad aprire agli immigrati. Basti considerare che l’anno scorso sono stati accolti appena 28 richiedenti asilo e 27 nel 2015. Questo rispetto a 10.000 richieste presentate nel 2016, in particolare da persone provenienti da Nepal, Turchia e Sri Lanka. Non sorprende dunque se nella relazione annuale sulla politica estera pubblicata ogni anno dal ministero competente si legge già alla seconda pagina: “Il numero di persone che attraversano le frontiere è drammaticamente in crescita a causa della globalizzazione, questo fatto pone una grave minaccia per lo scoppio e la diffusione di malattie infettive“.

Flippy, il robot che sostituisce i lavoratori dei fast-food – VIDEO

Nessun cenno quindi alle risorse di boldriniana memoria. E i giapponesi hanno in QI che lei si sogna.

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Le stime di Carl Benedikt Frey & Michael Osborne, nello studio Technology at work, the future of innovation and employment, prevedono l’automatizzazione di circa il 47% delle professioni negli Usa nei decenni a venire, con conseguenti perdite di posti di lavoro. In ogni caso, maggiormente premiati saranno i lavoratori altamente specializzati, o comunque in possesso di buone competenze tecnologico-digitali, a differenza dei lavoratori a bassa qualifica, che troveranno occupazioni temporanee e instabili. Ergo: non è il caso di fare entrare africani. Perché non servono e serviranno sempre di meno. Entrando in diretta concorrenza con i nostri giovani meno qualificati. Come già fanno oggi.