Boom di crimini degli immigrati, lo studio che incastra il PD

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Se ne sono accordi anche quelli del governo. Uno studio Viminale mostra quello che tutti noi sapevamo già, e conferma i numeri degli anni scorsi: da agosto 2016 al luglio 2017 le denunce per tutti i reati sono state 839.496, di queste, 241.723 commessi da immigrati.

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Se si considera il rapporto tra il numero di denunce e la popolazione (gli stranieri maschi in età di reato in Italia sono poco più dell’8%), gli immigrati hanno un tasso relativo di criminalità del 4,78% 5% (contro l’1,07% degli italiani). E sia chiaro, ci sono diversi tipi di reato. Una cosa è l’evasione fiscale, altra lo stupro per strada. Dove i migranti ‘battono’ gli italiani 10 a 1.

Il sociologo Luca Ricolfi, docente di Analisi dei dati all’Università di Torino, ha spiegato come questi numeri in realtà non siano affatto una “notizia”. Da anni infatti studiosi e sociologi studiano e commentano l’incidenza dei crimini degli immigrati negli Stati ospitanti. “Il tasso di criminalità relativo degli stranieri è più alto di quello dei nativi in tutta Europa (salvo Irlanda e Lettonia) – spiega Ricolfi – e in Italia è sopra la media europea. In Europa gli stranieri delinquono 4 volte di più dei nativi, in Italia 6 volte di più”.

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“Certe credenze erronee – conclude il sociologo parlando dei media progressisti che negano la preponderanza nel crimine degli immigrati – hanno una potente funzione identitaria: aiutano l’elettore progressista a sentirsi migliore, più civile, più aperto dell’elettore che di sinistra non è” e “i politici di sinistra hanno un disperato bisogno di trovare altre ragioni per far credere ai loro elettori di essere ancora dalla parte giusta. Di qui una mutazione storica, forse irreversibile: la sinistra odierna di tutto si occupa, dalle coppie di fatto allo ius soli, dal testamento biologico alla propaganda fascista, dai diritti dei gay al reato di tortura, tranne di ciò che starebbe a cuore ai ceti popolari: più sicurezza e più posti di lavoro”.