Boldrini chiama Facebook: “Ho un elenco di 300 pagine da chiudere”

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«Il 25 Aprile a Bologna – ha detto il presidentesso della Camera – ho voluto fare un appello all’ideatore (fonte incerta) di Facebook, Mark Zuckerberg, accogliendo l’invito dell’Anpi che aveva denunciato come ci siano molte pagine Facebook chiaramente apologetiche verso il fascismo: parliamo di almeno trecento pagine su svariate migliaia aperte da simpatizzanti», ha affermato in occasione del solito incontro tra simpatizzanti del nulla cosmico.

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Sembra non concepire che se esistono centinaia di migliaia di individui con un’idea, censurarla è poco democratico. Non importa quale idea sia. Ma questo Boldrini non lo comprende.

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«Ho detto – ha ricordato la Boldrini – che il nazifascismo non può essere considerato un fenomeno locale, per cui Facebook non applica le norme italiane. In Italia l’apologia di fascismo è reato, e dunque dovrebbe essere vietata anche su Facebook. Credo che noi dobbiamo insistere su questo, perché il nazifascismo fu una tragedia mondiale: bisogna prenderne atto, ed evitare di diffondere l’odio, che è una delle malattie del nostro tempo. Fomentare il razzismo, la xenofobia, ispirarsi a questi principi, secondo me – ha sottolineato – è una minaccia all’assetto democratico».

Facebook già censura in stile cinese. Ma secondo il perverso pensiero di Boldrini, dovrebbe applicare le leggi sulla libertà di espressione non, del paese dove ha i server, ma di quello dove vivono gli utenti delle pagine aperte. Il che significa che in Cina dovrebbe denunciare al PC i dissidenti e in Arabia Saudita, come già fa, applicare la sharia contro pagine di cittadini atei accusati di ‘blasfemia’. Perché paese che vai, idea proibita che trovi.